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        Continua da ieri
        La gravità della delazione e della maldicenza è nota e le loro dira-
        mazioni sono numerose, al punto che i nostri Maestri decretaro-
        no, in un frase: “E tutti [cadono nel tranello] della polvere di Lashon
        Harà” e dissero (Talmud Arachin 15b) “Che esempio si può dare della
        Lashon Harà? Per esempio, chi risponde ‘Dove si può trovare fuoco,
        se non a casa di quel tale?” O chi dice del bene di qualcuno davanti ai
        suoi detrattori e tutte le cose di questo tipo: anche se sembrano cose
        di poco conto, ben lontane dalla malalingua, in realtà fanno parte
        della polvere [di maldicenza]. La regola generale dice che lo Yetzer
        possiede molti canali. Ma tutto ciò che può risultare dannoso o im-
        barazzante per il prossimo, che sia [detto] in sua presenza o meno, è
        maldicenza, la quale è detestata e aborrita dall’Eterno e della quale è
        detto (ibid.): “Chi racconta maldicenze è come se rinnegasse i fonda-
        menti dell’Ebraismo”. E c’è un versetto: “Cancellerò colui che sparla
46 del prossimo di nascosto”.
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        esseri umani possa sottrarsi, perché l’uomo è molto sensibile alle
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        dolce del miele, perché è il suo unico conforto. Perciò fa atto di forza
        e di coraggio quando trova la forza di rinunciare a ciò che la sua in-
        dole gli impone [di fare], prende il sopravvento sul proprio carattere
        e non odia chi ha suscitato l’odio in lui, non coglie l’occasione di
        vendicarsi, non prova rancore e anzi dimentica e cancella tutto dal
        proprio cuore come se la cosa non fosse mai successa. E ciò è facile
        solo per gli angeli al servizio di Hashem, che non possiedono questi
        tratti caratteriali, ma non lo è per chi si trova in un corpo umano,
        che viene dalla terra. E malgrado ciò è un decreto del Re e la Torà
        lo rivela con testi chiarissimi che non hanno bisogno di interpreta-
        zioni: “Non odiare il tuo prossimo in cuor tuo”, “Non ti vendicare e
        non serbare rancore verso i Ƥgli del tuo popolo”. E si sa cosa siano la
        vendetta e il rancore, cioè: la vendetta consiste nell’evitare di fare del
        bene a chi non ha voluto farne a noi, o che ci ha già fatto del male.
        Il rancore consiste nel ricordare a qualcuno a cui stiamo facendo del
        bene il torto che ci ha fatto lui in passato. Continua a pag. 56
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