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-Su ogni cosa che non cresce dalla terra come carne, pesce,
uova, latte ecc... si benedice Sheakhol Nià Bidvarò. ¨§
-Ugualmente si recita la beracha di Sheakhol anche sui fun-
ghi, alghe marine e germogli.
-Sulla frutta che cresce dall’albero, si benedice Borè Peri Ha-
Etz (anche sulle noci ma non sugli arachidi).
-Sulla frutta che non cresce dagli alberi ma dai germogli della
terra, come alcune specie di verdure, o vari tipi di funghi, co-
comero, melone ecc... si benedice Borè Perì HaAdamà.
-Su ogni frutto che cresce sull’albero e che cade di inverno,
anche se le radici sono ancora “vive” di anno in anno, si bene-
dice Borè Perì HaAdamà, e per questo sulla banana e l’ananas,
benediciamo Borè Perì HaAdama.
-E così hanno insegnato i maestri di benedire HaAdama sulla
papaya, sulle fragole, sul lampone e sui cuori di palma poi-
chè anche se crescono su dei tipi di albero, non crescono nel
modo in cui crescono i frutti dell’albero.
-Una regola generale riguardo le berachot dice che se si tratta
di frutta che si è pestata completamente o per qualsiasi ra-
gione ha perso l’aspetto iniziale e non è riconoscibile come
prima o che è stata tritata che l’ha resa irriconoscibile, non
considerata frutta e quindi si benedice su di essa Sheakhol
Nià Bidvarò.
-Se ha però recitato la berachà di Borè Perì Etz o Borè Perì
HaAdamà, a posteriori si è usciti d’obbligo. (L’idea riporta-
ta sopra è quella della Mishnà Berurà, fonte Ashkenazita ma
questa regola vale anche per i Sefarditi basata sull’idea di Rav
M. Elyauh ʬ”ʷʶʦ.
-Lo Shulchan Arukh sostiene che anche se il frutto ha perso la
forma originaria, si benedice Borè Perì Etz o Borè Perì HaA-
dama e cosi è riportato da Rav Ovadia Yosef, (fonte Sefardita.)
Continua domani……