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-Nel recitare “E-l melech ioshev al kissè rachamim” e le “13
middot” che si leggono successivamente, è obbligatorio stare                  ž”¨§œ”˜
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a “Echad hu Elo-nu” (vedi il siddur). C’è invece chi usa essere
rigoroso e rimanere in piedi per tutta la durata delle selichot.
-Chi non può rimanere in piedi per le selichot, perlomeno stia
in piedi per il “viddui - confessione dei peccati”, per le “13 mid-
dot” e per “E-l melech ioshev”.
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“E-l melech ioshev) il pubblico dice in silenzio “Vaiavor A’ al
panav vaikrà” ed il chazan le ripete ad alta voce, tutti insieme
ad alta voce si dice: “Ad-ai’, Ad-ai’....”. Ci si pieghi un po’ nel dire
“Vaiavor” e ci si tiri su quando si dice “Vaikrà”. Ciò vale sia nel
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nella quale diciamo più volte le 13 middot ecc.
-Tra i due “Ad-ai” che si dicono prima della 13 middot, si faccia
una piccola interruzione.
-Le 13 middot vanno dette con calma e concentrazione. C’è chi
dice di doverle contare con le dita.
-Se le si è iniziate a dire con il pubblico, e tutti già le hanno
terminate, è permesso continuare da soli. È vietato dirle se si
prega senza un minian. Tuttavia in tal caso è permesso leggerle
con la melodia della lettura del sefer Torà.
-Il “Viddui”- la confessione dei peccati (Ashamnu, Bagadnu
ecc.), va detto lentamente e con cuore infranto e avvilito; tra
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-Anche se c’è la possibilità che nel testo del “Viddui” siano pre-
senti delle trasgressioni che non si sono commesse, tuttavia
c’è l’obbligo di pronunciarle comunque, dal momento che lo
si sta facendo anche a nome di tutto il popolo d’Israele e per le
proprie averot fatte nelle vite precedenti.
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