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               Racconto per il tavolo di Shabbat

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Rabbì Chaijm Halberstam di Sanz (autore del Divrè Chaijm), aveva
una sincera amicizia con il grande Tzaddiq Rabbì Aqivà Egher.
Una volta il Divrè Chaijm si recò da Rabbì Aqivà Egher con una ri-
chiesta. “So che Tuo suocero, quando Ti sei sposato, Ti ha consegnato
una grossa somma di denaro a titolo di dote. Attualmente, però, non
hai alcun bisogno di tali soldi dal momento che vivi ancora a casa
dei Tuoi suoceri. In città c’è invece un Talmid Chacham ~ Studioso
di Torah che è purtroppo caduto in disgrazia, al punto tale che i suoi
Ƥgli sono aơamati anche solo di un pezzo di pane. Ti prego pertanto
di dare il denaro a questa famiglia aƥnch± possano mantenersi”.
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del Talmid Chachamǡ ƒơ‡”ƒ†‘ …Š‡ ‘˜‹ ‡”ƒ ƒŽ…— ‘„„Ž‹‰‘ †‹
fare ciò. Nonostante l’insistenza del Divrè Chaijm al riguardo, Rabbì
Aqivà Egher non volle quindi aderire alla sua richiesta.
La sera stessa, nel bel mezzo di una gelida notte invernale prussiana,
Rabbì Aqivà Egher bussò alla porta del Divrè Chaijm, portando con
sé un sacchetto contenente il denaro della dote che gli era stato ri-
chiesto quello stesso pomeriggio dal suo amico. Quest’ultimo rima-
se stupito dal comportamento di Rabbì Aqivà Egher, chiedendogli
cosa fosse successo, rispetto a poche ore prima, da averlo indotto in
piena notte a consegnare i soldi per la famiglia del povero Talmid
Chacham.
Rispose Rabbì Aqivà Egher: “Nel momento in cui mi accingevo a
coricarmi, ho pronunciato, prima di recitare lo “Shemà Israel”, la
benedizione di “Baruch HaMapil ~ Benedetto Colui che fa scendere
il vincolo del sonno sui miei occhi” dicendo: “Signore del mondo, io
perdono e scuso chiunque mi abbia irritato e mi abbia fatto in-
quietare o abbia peccato contro di me, sia contro il mio Ƥsico che
contro i miei averi, contro la mia dignità, o verso tutto ciò che mi ap-
partiene”. Ebbene, in quel frangente, mi sono reso conto che in realtà
io stesso con il comportamento che ho tenuto oggi, non avendoTi
consegnato il denaro che mi avevi chiesto, Ti ho sicuramente irritato
e fatto inquitare, e per questo mi sono aơrettato a venire da Te per
dartelo ora…”. - Scritto da Giorgio Calò -
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