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29 ottobre 2014 ‫ה’ חשון תשע”ה‬

MercolMedoì menti di Halakh‫י‬à‫יום רביע‬

DOMANDA: Si può offrire un cibo o una bevanda a chi non recite-
rebbe la benedizione prima di mangiare o di bere?
RISPOSTA: Innanzitutto dobbiamo sapere che i Maestri hanno in-
segnato nel Talmud (Trattato di Berakhòt 35a) che colui che gode
di questo mondo senza recitare la benedizione, è come se rubasse
al Santo Benedetto Egli Sia. In altre parole, poiché tutto ciò che
ci circonda appartiene al S., come è scritto “la terra e tutto ciò che
in essa contiene appartiene al S.”, noi possiamo godere di questo
mondo solo attraverso la benedizione, ossia chiedendo a Lui il per-
messo di usufruirne. Una volta recitata la benedizione ci è possi-
bile mangiare, com’è scritto “… (il S.) ha donato la terra all’uomo”.
In conclusione, chi non recita la benedizione prima di mangiare o
bere è come se facesse un furto al Santo Benedetto Egli Sia.
Detto ciò, è proibito offrire un cibo o una bevanda a una persona
che sappiamo con certezza che non reciterà la benedizione prima
di mangiare o di bere; in quel caso, infatti, saremmo noi stessi a
causargli di compiere la grave trasgressione di mangiare o di bere
senza aver recitato prima la benedizione.
-Il modo giusto di comportarsi è invece di porgergli il cibo o la be-
vanda, ed insieme anche la Kippà, e con buone maniere invitarlo a
recitare la relativa benedizione.
-Nel caso in cui rifiutasse di benedire, allora, non gli si porga il cibo
o la bevanda, e gli si spieghi con buone maniere che ci è proibito
dare da mangiare o da bere a chi non recita prima la benedizione.
-Nel caso in cui abbiamo di fronte a noi una persona che stima ed
onora la Torà e coloro che la studiano, e se non gli offrissimo da
mangiare o da bere ciò potrebbe indurlo ad odiare la Torà e coloro
che la studiano, è permesso facilitare ed offrirgli il cibo o la bevan-
da anche se sappiamo che non reciterà la benedizione. Tuttavia
anche in questo caso è bene porgergli, insieme al cibo o alla bevan-
da, anche una Kippà, in modo tale che capisca che deve benedire.

(Tradotto dai libri “Le regole del pasto”; “Yalkùt Yosef”)

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