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כט’ כסלו תשע”ו
Momenti di Halakhà
Regole di Shabbat 61
I nostri maestri sul Talmùd di Berachòt 8a ci hanno scritto:
“Ognuno completi con tutta la collettività la lettura (ogni setti- יום שישי
mana) del testo della parashà settimanale, leggendo due volte
la parte in ebraico e una volta il targùm Onkelùs (traduzione
in aramaico della Torà) “Shnaim mikrà veechad targum”. A chi
completa questa lettura si allungheranno i giorni e gli anni del-
la sua vita”.
-Quest’obbligo insegnatoci dai nostri maestri e riportato
nello Shulchàn Arùch, va eseguito a priori prima che entri lo
Shabbat, ed è un dovere di tutti gli adulti (Bar mizwà o persino
per i bambini che sono arrivati all’età dell’insegnamento cir-
ca 7/8 anni) e questo anche se non si comprende il significato
dell’aramaico.
-Secondo il motivo semplice, questa lettura fu istituita ai tem-
pi del talmud; allora chi saliva a Sefer per la lettura di Shabbat
leggeva la sua chiamata mentre il pubblico lo accompagnava
leggendo la traduzione in aramaico, che a quel tempo era la
lingua conosciuta dalla gente. Per questo decretarono i nostri
saggi Maestri, di prepararsi la parashà della settimana, per far
si, nel caso si fosse stati chiamati a leggere, la persona sarebbe
stata in grado di farlo. Oggigiorno, anche se non esiste più il
motivo semplice per quale va letto lo Shnaim mikrà veechad
targum, la disposizione è rimasta dal momento che esistono
altri motivi importanti e profondi in questa lettura.
-Questa mizwà è innanzitutto e a prescindere la lettura pub-
blica della Torà, quindi anche colui che si reca al tempio il sa-
bato mattina, ha l’obbligo di compiere il “Snaim mikrà veechad
targum”.
-Nel trattato di Meghillà 3a viene riportato che la traduzio-
ne in aramaico della Torà è stata trasmessa a Moshé Rabbenu
sul monte Sinai, ma con il tempo è andata perduta, per questo
Onkelùs l’ha restaurata ricevendola dai suoi maestri R. Eliezer
e R. Yeoshua.