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כה’ תמוז תשע”ה
Momenti di Halakhà
Regole riguardanti il mese di Av
1) Hanno insegnato i nostri Maestri zz”l nel Talmud (Taànit pag. 26b):
“Dal momento in cui entra il mese di Av “si diminuisce” nell’essere feli-
ci”. Bisogna fare attenzione al fatto che è scritto “si diminuisce”, significa
che ad ogni modo bisogna essere felici, soltanto un pò meno.
Infatti bisogna sempre compiere le Mizvòt e servire il Signore con gioia,
come scritto (Salmi cap. 100, v. 2): “Servite il Signore con goia...” e inol-
tre è scritto nella Torà (Devarìm cap.28,v.47): “Poichè non hai servito,
l’Eterno, il tuo Signore, con gioia e con animo lieto”.
* Rav Ionatan Aivshiz zz”l:
In Ebraico Av, ha due significati: nome del mese; o anche papà.
Si racconta riguardo al famoso Rabbino Rav Ionatan Aivshiz, che un
giorno quando era bambino era particolarmente felice e scatenato, ma
che improvvisamente quandò entrò il padre a casa divenne serio. Allora
sua madre gli chiese cosa fosse accaduto e quindi rispose: “Dal momento
in cui entra Av, “si diminuisce” nell’essere felici”.
*Causa in tribunale: 53
2) Colui che ha una causa in tribunale con un non ebreo nel mese di Av
è meglio che la rimandi a non prima del 10 di Av.
*Buona guarigione: יום ראשון
3) Colui che si deve operare nel mese di Av e si tratta di un operazione
che non si corre pericolo nel rimandarla, è meglio aspettare fin al 10 di
Av.
*Casa nuova:
4) In questo mese è permesso costruire una casa nuova per viverci, come
nel caso in cui la propria casa sia troppo piccola, quindi troppo affolla-
ta e ci si vive scomodatamente. Tuttavia se si vuole costruire una casa
nuova per bellezza o poiché si desidera una casa più grande, bisogna
aspettare il 10 di Av.
*Dipingere i muri di casa:
5) Fino al 10 di Av è proibito dipingere i muri di casa o mettere la calce.
Tuttavia è permesso ricoprire i muri con la carta da parete.
Inoltre è permesso dipingire i muri della Sinagoga, poichè si tratta di
una mizvà per tutto il pubblico.
(Tradotto dai libri “Chazon Ovadia” volume “I 4 digiuni”; “Arba taaniot ba-halachà u-
bahagadà”; “Toràt ha-Moadim”)