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12 luglio 2015

                Momenti di Musàr

          Messilat Yesharim – Il sentiero dei giusti
          Come acquisire la prudenza

          Chi vuole avere cura di sé deve tenere in conto due considerazioni: 1)

          Quale sia il vero bene che l’uomo deve scegliere; e quale sia il vero male

          dal quale deve invece fuggire. 2) La qualità delle proprie azioni, per

          vedere se esse appartengano alla categoria del bene oppure a quella del

          male. E questo è necessario sia quando si tratta di agire, sia quando non

          è il momento dell’azione: Quando si agisce, si osservi di non compiere

          alcun atto senza dapprima considerarlo secondo i criteri esposti

          precedentemente. E fuori d’azione, si rammentino tutti i propri atti e

          li si valutino seguendo le stesse considerazioni, per vedere quanto di

          quel male essi contengano per poterlo eliminare; e quanto di quel bene,

          per poterlo conservare e rafforzare. E se si rileva un elemento negativo

          nel proprio comportamento, bisogna riflettere e valutare quale rimedio

          adottare per allontanarsi da quel problema e diventarne immune.
Questo

          concetto ci fu insegnato dai Maestri di benedetta memoria, che dissero

52        (Talmud Eruvin 13b): “Sarebbe stato meglio per l’uomo non essere mai
          stato creato, piuttosto che esserlo; ma poiché ormai è stato creato, egli

          deve “setacciare” le proprie azioni, e c’è chi dice che deve “sondare” le

Domenica  proprie azioni”. E vedrai che ambedue queste espressioni sono utili e

          appropriate, perché “setacciare” le azioni significa esaminare l’insieme

          dei propri atti e soppesarli: forse tra di loro ce ne sono alcuni che non

          devono essere messi in atto e che non sono conformi alle Mitzvot di D-o e

          ai Suoi decreti; quelli che fanno parte di questa categoria dovranno essere

          eliminati del tutto. Mentre “sondare” implica passare in esame perfino le

          azioni positive: valutare e controllare se esse comportino una tendenza

          che non sia positiva o una qualunque componente negativa che si dovrà

          togliere ed eradicare, un po’ come quando si scuote un indumento per

          verificare se sia in buono stato e resistente oppure logoro e consumato.

          Così sonderà il proprio comportamento per esaminarne la qualità nei

          minimi particolari per ritrovarsi puro e limpido. La regola generale: che

          l’uomo osservi tutti i propri atti, sorvegli tutte le proprie pratiche, per non

          concedersi alcuna cattiva abitudine o difetto e a maggior ragione nessun

          peccato o crimine. Infatti io penso che l’uomo debba vagliare e soppesare

          quotidianamente la propria condotta, come i grandi commercianti che

          sottopongono le proprie attività a calcoli incessanti per evitare che esse

          vadano in rovina. E che fissi date e ore regolari per farlo, affinché l’esame

          avvenga con grande puntualità e non sia effettuato in modo saltuario,

          perché le sue conseguenze sono capitali. 
Continua domani.......
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