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7 maggio 2015                                                               Lag ba’Òmer

               Momenti di Musàr

         Lag ba’Òmer

         Una delle usanze alla quale tutte le comunità ebraiche di tutto

         il mondo danno molta rilevanza, è l’accendere il falò in onore di

         Rabbi Shimon bar (figlio di) Yochai il giorno di lag baomer e gioire

         ballando e cantando interrottamente in questa giornata. Tuttavia

         via c’è l’obbligo di capire qual è il messaggio di questa particolare

         cerimonia! In ogni usanza sappiamo che nell’ebraismo, a differenza

         delle altre religioni, si nascondono sempre significati profondi.

         Quando gli americani spedirono il loro astronauta sulla luna per

         la prima volta, tutto il mondo stava con il fiato sospeso, tutti as-

         pettarono con ansia il suo rientro, temevano che potesse capitar-

         gli qualsiasi cosa. Ed ecco passato qualche giorno, il cosmonauta

         aveva superato efficientemente tutte le prove portando a termine a

         pieno la sua missione. Il ricevimento che gli americani allestirono

         per quell’uomo fu sensazionale, che trepidazione! Che emozione!

         Proprio fuori dal normale!!

38       Il Santo Benedetto spedisce in missione l’uomo in questo mondo,
         dove i pericoli spirituali che assediano l’uomo sono enormi e più

         rischiosi mille volte di più di quelli che si trovano nello spazio! Il

         mondo è pieno di prove, distrazioni, passioni, che allontanano

         l’uomo dalla sua vera missione per la quale è stato mandato sulla

Giovedì  terra. Per di più a differenza dell’astronauta, l’uomo viene spedito

         in missione per 70 anni e non per un breve periodo. Chiediamoci

         un istante “Che tipo di accoglienza si merita colui che torna da

         questa fenomenale missione integro e trionfante? Rabbi Shimon

         bar Yochai, è uscito da questo mondo dopo 70 anni integro senza

         il minimo avon! Non ha trasgredito nella sua vita persino ad una

         virgola dello Shulchan Aruch, non si è mai arrabbiato, non ha mai

         parlato lashon aràa, tutta la sua esistenza in questo mondo fu di

         piena completezza. Immaginiamoci che tipo di accoglienza gli pre-

         pararono in Cielo al suo ritorno da quella missione fatale, che gioia

         indescrivibile lo attese, Hakadosh Baruch Hu stesso insieme a miri-

         adi di angeli lo accolsero, il fuoco spirituale di santità che si accese

         in onore di Rabbi Shimon! Quel fuoco che noi accendiamo ci deve

         ricordare che quel fuoco di gioia e di santità che accolse il “nostro

         grande astronauta”, ci potrà accogliere tutti noi se solo vorremo av-

         vicinarci veramente ad Hashem e alla Sua Torà!

         (tratto anche dal libro Netivè Hor di R. Nissim Yaghen)
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