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‫טו’ אייר תשע”ה‬

Momenti di Halakhà

Le regole di Pèsach Shenì                                                        33
Chi era ritualmente impuro nel momento in cui veniva offerto il sacri-
ficio di Pèsach, si trovava in un luogo distante, si trovava in circostanze      ‫יום שני‬
che gli impedivano di offrire il sacrificio, non era riuscito a portarlo
involontariamente o persino chi non era riuscito a offrirlo volontari-
amente, doveva portarlo il pomeriggio del 14 di Yiàr. Anche chi si era
convertito all’ebraismo tra il 14 di nissàn e il 14 di Yiàr, o un minore di-
ventato adulto in questo periodo, doveva portare il sacrificio di Pèsach
il 14 di Yiàr.
Nel caso in cui molte persone erano ritualmente impure al tempo debi-
to per l’offerta del sacrificio, se costituivano la minoranza della nazione,
portavano il sacrificio di Pèsach a Pèsach Shenì. Tuttavia, se le persone
impure costituivano la maggioranza del popolo, o se a quel tempo era-
no impuri i kohanìm o gli utensili, il sacrificio veniva comunque por-
tato il 14 di nissàn, vale a dire che veniva offerto insieme dalle persone
pure e da quelle impure.
Se il numero delle persone impure equivaleva a quello delle persone
pure, il sacrificio veniva offerto il 14 di nissàn. Tuttavia, coloro che era-
no ritualmente impuri presentavano l’offerta separatamente dal resto
della nazione. Che differenza cera tra il sacrificio che si offriva il 14 di
nissàn e quello che si offriva il 14 di Yiàr? Quando si offriva il primo,
il chamètz era proibito e non poteva essere né visto, né trovato nella
proprietà di un ebreo. Il primo sacrificio di Pèsach non poteva essere
offerto insieme al chamètz e nessuna carne poteva essere consumata
al di fuori della chavurà - il gruppo di persone che offriva e mangiava
insieme un sacrificio di Pèsach. L’offerta del primo sacrificio di Pèsach
veniva accompagnata dall’Hallèl e dall’offerta festiva speciale - cha-
ghigà. Se la maggior parte del popolo era ritualmente impura, il sacrifi-
cio offerto il 14 di nissàn poteva essere offerto in condizioni di impurità.
Per quanto riguarda il sacrificio di Pèsach che si offriva il 14 di Yiàr, nella
proprietà di un ebreo si potevano trovare sia chamètz che matzà; non
si doveva recitare Hallèl mentre si mangiava; la carne del sacrificio po-
teva essere mangiata separatamente dai diversi membri della chavurà;
il sacrificio non era accompagnato da un’offerta festiva e, infine, non
poteva essere portato in stato di impurità rituale.
Entrambi i sacrifici potevano essere portati di Shabbàt; durante la loro
preparazione si doveva recitare l’Hallèl; dovevano essere arrostiti in una
casa; venivano mangiati con la matzà e il maròr; non doveva avanzare
carne e, infine, non si potevano rompere le ossa dell’animale offerto.
(tratto da Sefer Atodàa tradotto da Morashà)
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