Page 42 - momentiIyar75
P. 42
Ve n e rd ì8 maggio 2015
Momenti di Musàr
Parashat Emor
“[Un Cohen] non deve contaminarsi con il contatto con una
persona defunta tra il suo popolo” (Vaiqrà 21, 1).
Una volta il capo rabbino della Francia si trovò a partecipare
al corteo funebre di un alto esponente del governo francese di
religione cattolica.
Per la strada, il corteo passò vicino ad un cimitero ebraico, ed il
rabbino, che era un Cohen, prese quindi una strada differente
e si ricongiunse all’accompagnamento funebre solo dopo aver
superato il cimitero in questione.
“Per quale ragione, rabbino, si è astenuto dal passare vicino al
cimitero ebraico?”, domandò uno dei ministri. Il capo rabbino
gli raccontò della Qedushà dei Cohanim, spiegandogli che sus-
siste un divieto, per loro, di rendersi impuri con il contatto o
anche solo a causa della vicinanza con un morto.
40 “Se è così – incalzò il ministro – allora perché lei è entrato in un
cimitero non ebraico? Forse che noi non siamo essere umani?!”.
Rispose lui il rabbino: “Moshé Rabbenu, il quale è stato la prin-
cipale guida del popolo ebraico e ci ha consegnato la Torah di
Hashem dove è scritto, appunto, che è proibito ai Cohanim ren-
dersi impuri con un morto, disse espressamente agli ebrei che
egli, al pari di ogni altro uomo, un giorno sarebbe morto. Di-
versamente, voi credete che la vostra divinità (“Otò HaHish ~
Quell’uomo”), in realtà, non sia mai morto e che, analogamen-
te, anche i suoi fedeli non muoiano mai. Per questa ragione,
quindi, le vostre tombe non trasmettono impurità…”.