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‫יד’ אייר תשע”ה‬

Momenti di Halakhà

Pesach Sheni - Perché dobbiamo essere considerati                   31
impediti?
Quando Israele offrì il primo sacrificio di Pèsach, il secondo      ‫יום ראשון‬
anno dopo l’uscita dall’Egitto, c’erano persone che avevano
contratto impurità rituale attraverso il contatto con un cada-
vere. Si rivolsero a Moshè e ad Aharòn e dissero: “Perché dob-
biamo essere considerati impediti e non offrire il sacrifìcio a
Dio nel momento prescritto, con il resto del popolo?”
Essi sapevano che non sarebbero stati puniti, poiché la loro
impossibilità di portare il sacrificio derivava da circostanze che
non dipendevano da loro. Tuttavia, li preoccupava non ricevere
la grande ricompensa che spettava a chi portava questa offerta:
infatti, chi adempie a questo obbligo si allontana completa-
mente da ogni legame con l’idolatria e si unisce al popolo di
Israele, entrando a farne parte totalmente ed eternamente. I
Maestri hanno decretato che, se una persona ha previsto di
compiere una mitzvà e non è riuscita a farlo per circostanze
indipendenti dal suo controllo, è come se questa mitzvà fosse
stata compiuta. Quindi, i membri del popolo che erano di-
ventati ritualmente impuri, non avrebbero dovuto ritenere di
avere mancato di portare il sacrificio, perché avevano program-
mato di farlo. Tuttavia, dissero a se stessi: se l’anno scorso non
avessimo peccato con il vitello d’oro, insieme al resto della na-
zione, l’angelo della morte non avrebbe avuto alcun dominio
sul popolo e noi non saremmo mai diventati ritualmente im-
puri per il contatto con un cadavere! Forse non saremo ritenuti
anusìm - impossibilitati a offrire il sacrificio per circostanze
indipendenti da noi, e non riceveremo la ricompensa per ques-
ta mitzvà.
(tratto da Sefer Atodàa tradotto da Morashà)
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