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2 marzo 2015
Momenti di Musàr
L’importanza del pasto festivo di Purìm
Il pasto festivo di Purìm è di particolare importanza poiché
eleva l’anima, oltre a dare piacere al corpo. Nello Zòhar è scritto
che, con il piacere corporeo, a Purìm è possibile raggiungere
la stessa elevazione spirituale che si consegue a Yom Kippùr
con l’afflizione corporea. Il popolo d’Israele è santo tanto
fisicamente quanto spiritualmente. Quindi, è giusto che le
azioni fisiche d’Israèl siano impregnate di santità e che vengano
compiute in modo da santificare e lodare Dio. I Maestri
sostengono che la lode a Dio è maggiore quando proviene dal
regno fisico piuttosto che da quello spirituale. Tuttavia, finché
esiste, Amalèk corrompe la purezza delle azioni d’Israèl e le
insudicia, immettendovi un elemento di peccato. Quando i
poteri di ‘Amalèk sono indeboliti e soggiogati, le azioni d’Israèl
sono immediatamente impregnate di purezza e vengono
28 compiute soltanto in nome di Dio e ne deriva la Sua lode.
La gioia associata alla mitzvà del pasto festivo di Purìm è
particolarmente grande, poiché indica che Israèl ha corretto
il peccato di cui si rese colpevole quando, ai tempi di Hamàn,
partecipò al banchetto di Achashveròsh. Se questo peccato non
Lunedì fosse stato completamente corretto, sarebbe stato necessario
espiarlo con l’afflizione. Il fatto che ci sia stato comandato il
piacere fisico indica che non abbiamo più traccia di colpa per
questo peccato. Inoltre, abbiamo purificato il nostro corpo e
le nostre azioni al punto che ora è d’obbligo procurarci piacere
fisico mangiando e bevendo.
È giusto studiare un po’ di Torà prima di iniziare il pasto festivo
di Purìm. Di ciò si trova un’allusione nella Meghillà, poiché
il verso afferma: Gli ebrei ebbero luce e festa {Ester 8,16). I
Maestri spiegano che la luce si riferisce alla Torà.