Page 30 - momentiShevat75
P. 30

3 marzo 2015

              Momenti di Musàr

Martedì  Fino a non distinguere
         L’obbligo rabbinico di bere a Purìm fino al punto di non saper più distinguere
         tra “maledetto Hamàn” e “benedetto Mordekhài” merita attenzione, poiché
         non si trova un obbligo simile da nessun’altra parte. Perché i Maestri ci
         obbligano a bere al punto da non controllare più le nostre facoltà mentali?
         I Maestri delle generazioni successive hanno spiegato quest’obbligo nel
         seguente modo.
         La salvezza d’Israèl al tempo di Mordekhài e di Estèr non fu temporanea, ma
         rifletté un cambiamento eterno nel destino d’Israèl. Nel piùt - canto che si
         recita a Purìm diciamo: Tu sei stato la nostra salvezza in eterno e la nostra
         speranza in ogni generazione. Fino ai tempi di Mordekhài e di Estèr, il futuro
         d’Israèl era misurato sulla bilancia del peccato e del pentimento. Era possibile
         che, Dio non voglia, esso fosse soggetto alla distruzione se avesse commesso
         un grave peccato senza pentirsene completamente. In quel periodo Israèl si
         trovava sull’orlo della distruzione totale, perché aveva commesso una serie
         di peccati gravi. Si erano inchinati all’idolo di Nevuchadnetzàr e avevano
         partecipato al banchetto di Achashveròsh, un festeggiamento allestito da
         quel re malvagio per osannare la distruzione d’Israèl. Egli aveva sconsacrato
         gli utensili presi dal Bet Hamikdàsh e, tuttavia, gli ebrei non si astennero
         dall’unirsi ai suoi festeggiamenti. Dopo il banchetto, si comportarono in
         modo peccaminoso, al punto da essere soggetti alla distruzione totale. Il
30 loro giudizio sembrava essere sigillato, Dio non voglia; ma essi si pentirono
         con tutto il cuore, risvegliando la misericordia divina, e si aprì per loro una
         via di salvezza.
         A questo punto, il tratto divino della misericordia disse a Dio: “Padrone
         dell’Universo! I Tuoi figli hanno peccato ed è stato emesso un aspro decreto
         contro di loro. Allora, Mordekhài ed Estèr, i giusti, li hanno incitati a
         pentirsi sinceramente e il decreto è stato revocato. Ma che cosa accadrà se
         peccheranno ancora, ma non ci saranno giusti come Mordekhài ed Estèr
         tra loro e Israèl non saprà come espiare i suoi peccati? È possibile che in
         quel momento i figli d’Israele, i Tuoi figli, vengano distrutti, Dio non voglia,
         senza pietà?”
         Immediatamente la via della salvezza venne ampliata ed essa divenne
         eterna, per costituire la speranza in ogni generazione. Anche se i peccati
         d’Israèl dovessero essere troppo grandi e salire in cielo, i suoi nemici non
         sarebbero in grado di distruggerli. I nemici di Am Israel soccomberanno, ma
         il popolo d’Israele non soccomberà mai. Anche in quella generazione, non
         furono salvati a causa del loro pentimento, ma soltanto attraverso i tratti
         della misericordia e della compassione. E queste porte della misericordia e
         della compassione, una volta aperte, non verranno mai richiuse.
         Così come la salvezza di cui godette Israel non giunse a causa dei loro
         meriti, ma grazie alla misericordia e alla compassione, allo stesso modo noi,
         celebrando in questo modo, dimostriamo che anche la nostra salvezza si
         basa unicamente sulla compassione e sulla misericordia, e non sui nostri
         meriti. Noi mangiamo e beviamo tanto da non essere più in grado di
         distinguere tra la sinistra e la destra, riponendo interamente la nostra fede
         in Dio, che ci protegge e ci mette in guardia da ogni nemico e ogni aguzzino,
         dal peccato e dall’ingiustizia, ora e per sempre. Continua a pag. 64
   25   26   27   28   29   30   31   32   33   34   35