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Sia l’uomo che la donna sono obbligati ad accenderli, però lei
ha la precedenza su questa Mitzvà, poichè come spiegano i
Chachamim: “La donna, facendo mangiare al primo uomo il
frutto proibito nel Gan Eden, ha spento la luce del mondo
portando la mortalità tra gli uomini [prima del peccato Adamo
era immortale], e pertanto è bene che lei accenda i lumi dello
Shabbat come riparazione per ciò che è stato fatto”.
Nella Mishnà troviamo scritto inoltre che colui che è attento ad
accenderle ogni venerdì pomeriggio, sarà meritevole di avere
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nel Mishlè (Proverbi): “Ki Ner Mitzvà veTorah Or - Poiche un
lume è una Mitzvà e una luce è la Torah” e spiegano i Maestri
che “per merito di questa Mitzvà del Lume di Shabbat verrà la
Luce della Torah”.
Per questo è cosa positiva che la donna dica una piccola pre-
ghiera nel momento in cui accende i lumi, chiedendo a Kadosh
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Torah.
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Lo Shibbolè halèqet (una delle fonti principali del minhàg ita-
liano risalente al 1200 circa) riporta l’uso di cominciare a reci-
tare le Selichòt nel penultimo lunedì o giovedì (giorni feriali in
cui si fa la lettura pubblica della Torà) prima di Rosh haShanà:
se Rosh haShanà cade di lunedì o di Shabbat, si comincia dal
lunedì precedente; se cade di giovedì, si comincia dal giove-
dì precedente; se cade di martedì, si comincia dal lunedì della
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no almeno quattro giorni completi in cui è permesso istitui-
re un digiuno). In questo modo, secondo questo uso, ci sono
sempre un lunedì e un giovedì tra i giorni in cui si recitano le
Selichòt, in base alla tradizione, riportata anche dalla Mishnà
Berurà, per cui Moshé salì sul monte Sinai di giovedì e discese
di lunedì.