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‫יט’ תמוז תשע”ה‬

      Momenti di Halakhà

Regole riguardanti Ben Hamezarìm e il “Tikkùn Chazzòt”

1) * “Tikkùn Chazòt”:

Nello Shulchan Aruch (Orach-chaiim 1:3) è scritto che chi è timoroso
del Signore prova sofferenza per la distruzione del Santuario di Ge-
rusalemme. 
Il grande Maestro della Mistica Arì z”l, insegnò di recitare durante
tutto il corso dell’anno determinati capitoli dei Salmi, che si trovano
nei libri della Tefillà sotto il nome di “Tikkùn Chazzòt”. 
Il “Tikkùn Chazzòt” è composto dal “TIkkùn Rachel” e dal “Tikkùn
Leà”.
Si possono recitare questi Salmi dall’inizio della mezzanotte (secondo
l’ora proporzionale) fino alla fine della notte.   

* Nell’Halachà Berurà del Rav David Iosef è scritto che il recitare il                           41
“Tikkùn Chazzòt” è più importante del recitare la Tefillà di Shachrit
con il sorgere del sole. 
Detto ciò: una persona che crede che se reciterà il “Tikkun Chazzòt”
sarà stanca e non potrà pregare Shacrìt con il sorgere del sole, è me-
glio che reciti il “Tikkùn Chazzòt” e che preghi la tefillà di Shachrit
più tardi (naturalmente non oltre il tempo massimo).
Così anche il “Tikkùn Chazzòt” è più importante delle Selichòt.
Detto ciò: una persona che non può recitare tutte e due è meglio che
reciti il “Tikkùn Chazzòt”.

* Nel momento in cui si recita il “Tikkùn Rachel” è bene sedersi per                             ‫יום שני‬
terra (su una stoffa/asciugamano e simili) accanto alla porta di casa, e
lo si dica con concentrazione e con voce di pianto, disperandosi per la
distruzione del Santuario di Gerusalemme.
Prima di recitare il “Tikkùn Rachel” è bene togliersi le scarpe. 

2) * “Tikkùn Rachel”:
Il “Tikkun Rachel” fa parte del “Tikkùn Chazzot”. Si tratta di versi
che trattano della nostra sofferenza per la distruzione del Santuario
di Gerusalemme.
Il Maestro della Mistica, l’Arì z”l , insegna che durante il periodo di
“Ben Ha-mezarìm” è bene recitare il “Tikkùn Rachel” non solo dopo la
mezzanotte (secondo l’ora proporzionale) bensì anche dopo il mez-
zogiorno (secondo l’ora proporzionale).
Si può recitarlo fino al tramonto del sole. 

(Tradotto dai libri “Chazon Ovadia” volume “I 4 digiuni”; “Arba taaniot ba-halachà u-bahagadà”)
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