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Sabato4 luglio 2015

            Momenti di Musàr

         Parashat Balaq
         E’ scritto nel Pirqé Avot: “chi […] possiede invidia, orgoglio e superbia
         è tra i seguaci di Bilaam” (Pirkè Avot 5, 19). Secondo Rabbenu Yona,
         questa Mishnà ci insegna che l’invidia, il desiderio di beni materiali e
         la ricerca dell’onore conseguenti all’orgoglio ed alla superbia erano
         qualità negative che apprendevano tutti coloro che si apprestano a
         “studiare” nelle case di studio del malvagio Bilaam, ed è per questo
         che chi si distingue per eccellere in queste virtù negative è definito dai
         nostri Maestri ‫ ל”ז‬un “discepolo di Bilaam il malvagio”.
         Vediamo infatti che, agli anziani di Moav ed a quelli di Midian, giunti
         presso di lui per invitarlo a maledire gli ebrei, Bilaam risponde che
         Hashem non gli avrebbe permesso di recarsi con loro, senza però
         rivelargli “perché” il Sig-re D-o non voleva che il mago andasse a
         maledire il popolo d’Israele. HaQadosh Baruch Hu, quando apparve
         a Bilaam in sogno, disse lui che non sarebbe stato possibile maledire
         il popolo “poiché esso è benedetto” (Bemidbar 22, 12). Invece il mago
         semplicemente risponde agli inviati di Balaq che “il Sig-re ha rifiutato
 36 di lasciarmi venire con voi” (Bemidbar 22, 13), e ci spiega Rashì che in
         realtà la sua intenzione era quella di ottenere maggiore onore da parte
         dei Moabiti, i quali, per compiacere la superbia di Bilaam, sarebbero
         dovuti tornare ad implorarlo di seguirli per il tramite di ministri e
         personalità ancora più importanti. Ed infatti vediamo che il re Balaq,
         comprendendo le intenzioni del mago, la seconda volta inviò lui dei
         ministri “più numerosi e più ragguardevoli degli altri” (Bemidbar 22,
         15).
         E non solo Bilaam era un superbo cacciatore di onori, egli, secondo
         le parole dei Maestri, era anche un uomo pieno di orgoglio, il
         quale lo spingeva a desiderare i beni materiali sopra di ogni altra
         cosa. Ed è per questo che quando lui si rivolse, la seconda volta, agli
         importanti ministri del re, disse loro “Se anche Balak mi desse la sua
         casa piene d’argento e d’oro, non potrò trasgredire l’ordine del Sig-
         re D-o” (Bemidbar 22, 18). Con queste parole, fanno notare i nostri
         Maestri, anche se apparentemente potrebbe sembrare una forma
         di sottomissione da parte sua alla volontà di Hashem, in realtà il
         mago rivela ai ministri moabiti e midianiti quelle che erano le sue
         reali richieste: “una casa piena d’argento e d’oro”. Il suo spirito carico
         di orgoglio lo spinse quindi a desiderare non solo del denaro, ma
         addirittura ad immaginare la possibilità che il re Balaq lo potesse
         retribuire con una casa piena di tutti i beni più preziosi!
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