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7 luglio 2015
Momenti di Musàr
Sentirsi nelle braccia di papà
Roberto iniziò il giro del mondo per scoprire dov’è il posto dove regna la
felicità e capire come ottenerla. Pensò all’inizio, di visitare le città dove
vivono i ricchi e in quelle dei poveri, i quartieri degli aristocratici e del
popolino. Tuttavia vivendo, parlando con ognuno di queste categorie,
scoprì che nessuno di essi avevano raggiunto la felicità nonostante la loro
posizione. Il povero sosteneva: “se avessi avuto un po’ più di soldi sarei
stato il più felice della terra”, il ricco al contrario affermava: “se avessi
avuto un po’ di tranquillità da tutti gli impegni sarei stato molto più
felice…..!”
Da lì capì Roberto che la felicità si trovava presso una fascia di età
particolare a prescindere dalla ricchezza o dalla povertà oppure dal
gruppo sociale. Pensò che solamente i bambini fossero i veri giocondi
in questo mondo, e si chiese: “Perché proprio loro godono della felicità?”
rifletté profondamente e giunse alla conclusione: sono veritieri, liberi da
ogni dipendenza, non hanno da preoccuparsi su cosa mangiare domani
perché sanno che è la madre a preoccuparsi di questo. Per di più i bambini
42 non stanno in pena su cosa la gente dice di loro, non hanno paura di dire
la realtà dei fatti, i bambini cercano la verità! Per questo sono felici!
Roberto tuttavia, continuò il suo viaggio perché non era ancora
compiaciuto del fatto che solamente i bambini, privi di senno come
Martedì le persone adulte, potessero essere gli unici felici in questo mondo…..
Dopo un lungo viaggio, trovò proprio quello che cercava: un gruppo di
gente che anche se adulti, raziocinanti vivono proprio come i bambini.
Cercano la verità, non danno peso a quello che pensa la gente di loro, e
sono sempre felici e sereni perché hanno chi si preoccupa di loro. Sono
persone distinte e virtuose, la loro vita è intensa e ricca di significato, e
soprattutto la vivono con immensa felicità e delizia. Roberto incuriosito,
desiderò parlare con un membro di quel gruppo che gli rivelasse il loro
segreto per raggiungere la gioia finora apparentemente irreperibile. Un
gentile signore si rivolse a lui e gli rispose con un racconto del Talmud:
“Rava, uno dei grandi Rabbanim dell’epoca talmudica, era talmente
preso dallo studio che non si accorse che le sue mani erano sanguinanti.
Un eretico (zdoki), che passò di lì gli disse: “Ti comporti con sventatezza
senza badare alle tue azioni! Proprio come fecero i tuoi antenati che
accettarono la Torà dicendo “faremo e ascolteremo” senza sapere cosa
ci fosse scritto!” Rava gli replicò: “Dal momento che noi confidiamo in
Hashem che si cura solamente del nostro bene, siamo sicuri che non ci
prescrive delle mizwot che non sono per nostro vantaggio, per questo
abbiamo affermato: faremo e ascolteremo!” Continua accanto