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Ve n e rd ì3 luglio 2015

            Momenti di Musàr

         Parashat Balaq
         Rabbi Moshè Sofer, soprannominato “Chatam Sofer” per il titolo
         dei suoi famosi libri di Halachà e commento alla Torah orale, fu un
         acerrimo oppositore del movimento degli ebrei c.d. “riformati”, che
         si proponevano di modificare le leggi della Torah per “aggiornarle” e
         renderle (a loro avviso) adatte al cambiamento dei tempi: a tal fine,
         il Chatam Sofer aveva anche ordinato ai suoi fedeli di ricercare e
         contrastare duramente i riformati senza alcun compromesso. Una
         volta i suoi discepoli gli domandarono il perché di tutta questa sua
         avversione nei confronti degli ebrei riformati, considerato anche
         che il Chatam Sofer era universalmente riconosciuto come un uomo
         mite e misericordioso nei riguardi di ciascuno fratello ebreo. Rispose
         Rabbi Moshè in questo modo: “E’ scritto nella parashà di Balaq: “Un
         angelo di Hashem gli si pose come ostacolo sulla strada mentre stava
         cavalcando sulla propria asina” (Bemidbar 22, 22)”; come spiegato da
         Rashì, si trattava, nella circostanza, di un “angelo della misericordia”.
 34 A prima vista, tale spiegazione lascia sconcertati per due ordini di
         ragioni: a) per quale motivo HaKadosh Baruch Hu inviò, nei confronti
         del malvagio Bila’am, proprio un “angelo della misericordia”? b) come
         è possibile, inoltre, che l’angelo della misericordia si sia tramutato,
         in seguito, nell’“angelo oppositore” di Bila’am? Da qui impariamo
         che solo colui che è noto per essere misericordioso nei riguardi del
         popolo d’Israele può svolgere il duro compito di affrontare Bila’am
         nonché “tutti i Bila’am” che sorgono nelle varie generazioni, i quali
         tentano in tutti i modi – apertamente o di nascosto – di abbattere le
         radici su cui si poggia l’ebraismo. Infatti, proprio grazie alla grande
         misericordia che egli nutre nei riguardi del popolo d’Israele, ed alla
         sua strenue volontà di custodire gli ebrei e salvarli da leader malvagi
         e pericolose condotte devianti, suscettibili di minare l’esistenza stessa
         dell’ebraismo, una tale persona non mostrerà alcuna tolleranza nei
         confronti di coloro che tentano di distruggere il fondamento della
         nostra religione, ed anzi li inseguirà e contrasterà senza sosta.
         L’attributo della misericordia nei confronti del popolo d’Israele –
         concluse il Chatam Sofer – è invero la fonte dell’immensa forza di
         cui sono dotati i difensori dell’ebraismo di ciascuna generazione, i
         quali combattono senza compromesso contro le fuorvianti forze che
         mettono in pericolo il futuro stesso degli ebrei…”.
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