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Sabato30 maggio 2015

            Momenti di Musàr

         Parashat Nasò
         “Un uomo o una donna che farà un voto da nazireo per astenersi in
         nome di Hashem” (Bemidbar 6, 2).
         Rashì in loco spiega che il motivo per cui, nella Torah, la porzione
         riguardante la mitzvà della Sotà (donna sospettata di adulterio) pre-
         cede quella concernente il nazireo (colui che assume su di sé il voto
         di astenersi dal bere vino per un certo periodo) sta nel fatto che colo-
         ro i quali assistevano alle disgrazie occorse alla Sotà venivano spon-
         taneamente indotti ad assumere su di sé, al fine di non eccedere con
         il vino (che conduce alla frivolezza ed al peccato a sfondo sessuale),
         il voto di astenersi dal berlo (vedi anche TB Sotà 2a).
         Secondo l’ordine dei trattati della Mishnà, tuttavia, quello concer-
         nente la Sotà (Massechet Sotà) segue – anziché precedere – il trat-
         tato relativo al nazireo (Massechet Nazir): per quale ragione i nostri
         Maestri hanno ritenuto opportuno invertire l’ordine di questi due
         argomenti rispetto a quello riportato nella Torah?
         Spiega l’Admor di Gur zz”l che, nell’ottica della nostra Santa Torah,
 26 non è consentito ad un uomo raggiungere la Santità grazie al nazire-
         ato se prima egli non si “spoglia” dal peccato osservando le disgrazie
         occorse alla Sotà ed allontanandosi conseguentemente dal male,
         com’è scritto nei Salmi: “Allontanati dal male, e fai il bene” (Tehillim
         34, 15).
         I nostri Maestri hanno però compreso che tale impostazione è mol-
         to difficile da seguire per l’uomo, poiché se si attende di affrancarsi
         “completamente” dal male prima di accingersi a fare il bene potrebbe
         accadere che, nell’attesa di addivenire ad una completa purificazio-
         ne, non si arrivi mai a compiere azioni positive per tutta la propria
         vita. Per tale ragione i nostri Maestri ci hanno indicato una strada
         “differente” rispetto a quella delineata dalla Torah, imponendoci di
         iniziare ad occuparci del nazireato (e, quindi, di “fare il bene”) anche
         se ancora non ci si è completamente purificati ed “allontanati dal
         male”, e ciò affinché tale condotta ci aiuti ad addivenire ad una com-
         pletamente purificazione in tempi rapidi, come spiega al riguardo il
         Chiddusheì HaRim: “«Allontanati dal mare», cioè non preoccuparti
         di distaccarti dalle cose negative – «E fai il bene», ovverosia occupati
         solo di compiere azioni positive cosicché il male si allontanerà da sé”.
         Per questa ragione i nostri Maestri hanno quindi anteposto lo studio
         del trattato concernente le regole del nazireato a quello relativo alla
         donna Sotà, così da indicarci, per l’appunto, la strada giusta da per-
         correre nella costante opera di miglioramento di noi stessi…
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