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Ve n e rd ì15 maggio 2015

            Momenti di Musàr

        Parashot Behar Sinai-Bechuqotai
        Nella città di Poznan, in Ucraina, venne a mancare uno degli
        ebrei più ricchi della città, il quale aveva però accumulato la
        propria immensa ricchezza prestando indebitamente soldi
        ad altri ebrei con applicazione di alti tassi di interesse in
        violazione dell’espresso divieto della Torah in tal senso.
        Quando i figli vennero a chiedere di poter seppellire il proprio
        padre nel cimitero ebraico, i membri della Chevrà Qadishà
        domandarono una altissima somma di denaro per concedere
        loro un’area presso cui effettuare la sepoltura. I famigliari
        del ricco ebreo si arrabbiarono molto di ciò, a tal punto da
        denunciare il fatto alle autorità di polizia locale.
        Il capo della polizia invitò presso di lui il rabbino della città, il
        noto Tzaddiq Rabbi Aqivà Egher, chiedendogli di fornire una
        spiegazione per il comportamento e la richiesta della Chevrà
 54 Qadishà; il rabbino, da parte sua, gli rispose così: “Noi ebrei
        crediamo fermamente nella resurrezione dei morti. E visto che
        i defunti, con la venuta del Mashiach, si alzeranno un giorno
        dalle loro tombe, viene generalmente richiesta ai famigliari del
        morto una modesta somma per l’affitto “temporaneo” del posto
        in cui esso viene seppellito, in attesa della sua resurrezione.
        Tuttavia, colui che concede denaro in prestito ad un altro ebreo
        con applicazione di interessi non avrà il merito di prendere
        parte alla resurrezione dei morti, e pertanto il suo corpo
        resterà in eternità sotto terra. Per questa ragione è senz’altro
        equo che i famigliari di colui il quale, come il ricco ebreo che è
        stato chiesto alla Chevrà Qadishà di poter seppellire, prestava
        denaro chiedendo alti tassi di interessi, paghino una somma
        ben più elevata per ottenere la concessione dell’area in cui dovrà
        avvenire la sepoltura…”.
        La spiegazione di Rabbi Aqivà Egher convinse a tal punto il
        capo della polizia locale che, in tale circostanza, egli si astenne
        dall’intromettersi nella gestione delle questioni comunitarie…
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