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12 aprile 2015
Momenti di Musàr
La Shoà – Le Parole di Rav Shach z”l (RoshYeshivà Ponovich)
Poche decine di anni fa accadde una delle più grandi disgrazie del
nostro popolo. Sei milioni di ebrei furono uccisi in poco tempo e
questo non fu un episodio sporadico nei 2000 anni di storia di Am
Israel. In Europa, durante la seconda guerra mondiale, non ci fu
famiglia che non fu coinvolta in qualche modo con la sofferenza di
quelle incancellabili vicende. E questo non per caso.
Noi, popolo di fede, non reclamiamo chas veshalom: “Perché è
successo?” Siamo sicuri che, chas vechalila, Hashem Santo Benedetto
Egli Sia, non agisce con crudeltà! In realtà Lui è un Re Misericordioso
e Clemente! E allora quale era l’intenzione del Creatore? È chiaro
che tutto il suo operato ha sempre una giusta e legittima ragione.
Dobbiamo ripeterci continuamente: “Forse che una persona di carne
ed ossa, anche la più tirannico e crudele come Hitler (che Hashem
cancelli il suo ricordo) ha la facoltà e la forza, senza il consenso del
S., Creatore del cielo e della terra, di poter uccidere perfino un uomo
e a maggior ragione sei milioni di uomini?” Se pensassimo un solo
48 istante il contrario, i nostri principi di fede e di Ashgachà Pratit –
Provvidenza Divina sulle creature, che sono alla base dell’ebraismo
ovvero della Torà, sarebbero totalmente abbattuti.
Domenica Il nocciolo è molto chiaro: è indubbio che Hashem aveva un “conto
aperto” che si era assommato già da tempo, fino ad arrivare alla
somma di sei milioni di ebrei, e si verificò quindi a quella dura
punizione. Scrive Rav Shach: “In questo modo l’ebreo è obbligato a
pensare e a credere; e se l’ebreo non è convinto di questo, misconosce
completamente la nostra fede e l’autentico ebraismo!” Questi sono
i criteri di Hashem e della Sua Santa Torà; la misura di premio
e punizione è uno dei 13 principi di fede del nostro ebraismo, e se
chas veshalom non credessimo in uno di essi verremmo a negare
l’ebraismo in toto.
Le nuove generazioni non sanno che per esempio in Russia, prima
della seconda guerra mondiale, c’erano più di sei milioni di ebrei e in
tutto lo stato c’erano poco meno di una decina di yeshivot. A Vilna,
“città ebraica” se ne contavano forse 2 o 3. Dov’erano finiti tutti i
migliaia di ragazzi ebrei? Andarono a studiare nelle accademie russe,
negli atenei dei goim e si assimilarono completamente. Il nostro
popolo, parte di Hashem e della Sua Santità, iniziò ad amalgamarsi
con le altri genti: gli ebrei cominciarono a frequentare i loro ritrovi, a
vestirsi con i loro stessi vestiti, assimilandosi alla loro cultura e civiltà
estranea a quella di Moshè nostro Maestro. Continua accanto