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23 febbraio 2015

                  Momenti di Musàr

Lunedì  Cos’è Am Israel?

       Come spiegato (ieri) il popolo Ebraico, secondo la visione della
       Torà, è un’identità ed una creazione speciale di Hashem che
       rappresenta l’obiettivo primario del creato. Questa differenza è
       evidente anche riguardo gli altri requisiti legati alle nazioni della
       terra. Per esempio la lingua ed il territorio di uno stato non sono
       affatto per il nostro popolo un “patrimonio nazionale”, così come
       la Torà non è solo una religione, nel modo in cui viene concepita
       dagli altri popoli.
       Lo stesso, vale per la “lashon akodesh” la lingua santa, quella
       chiamata oggi dai moderni, dai riformisti e simili ebraico “antico”.
       La lashon akodesh è la lingua con la quale Hashem Itbarach ha
       creato il mondo. I dieci detti con cui fu concepito l’universo, e
       con i quali il S. rinnova il creato ogni giorno e in ogni istante
       (mechadesh bechol iom maasè bereshit) così proprio secondo
       quanto scritto dall’Ari z”l nei suoi scritti. Nei libri di chasidut,
       è spiegato che la lashon akodesh non rappresenta soltanto una
14 componente del creato, ma addirittura la sussistenza di ogni
       elemento presente in esso, come scrive il Tanya: “.....e tutte le
       lettere della lashon akodesh che costituiscono i nomi di ogni
       elemento della creazione, provengono dai 10 detti nella Torà con i
       quali fu creato l’universo...e si incarnano in ogni parte del creato”
       (Tanya; Shaar Aichud Veemunà).
       Benché tutto l’universo sia un’entità materiale, Hashem
       “desiderava al principio avere una residenza in un mondo più
       basso” (Midrash Tanchumà), per questo anche le realtà spirituali,
       con la creazione si rivelano fisicamente. Questo principio si
       riscontra sopratutto nel sistema delle mizwot comandate nella
       Torà. Anche se i precetti di Hashem provengono da mondi
       spirituali superiori, si rivestono in un contesto corporeo e la
       persona non esce d’obbligo da essi se non mettendolo in pratica
       materialmente. Per esempio è possibile compiere la mizwà del
       zizit unicamente con la lana di pecora o con il lino materiale;
       al contrario anche se una persona con la sua profonda saggezza
       capisse i segreti e gli influssi celesti di ogni mizwà (così come
       accadeva prima del dono della Torà), non uscirebbe comunque
       d’obbligo da essa fintanto che non la metta concretamente in
       pratica.
       Continua domani...
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