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25 febbraio 2015

                  Momenti di Musàr

           Voler essere come tutte le nazioni

           Il punto spiegato nelle pagine precedenti, cioè dell’essenza esclusiva

           del popolo ebraico, della sua natura estranea completamente alle

           altri genti, della santità della Torà e di Erez Israel era chiara e nota

           ad ogni ebreo di ogni generazione. E anche se occasionalmente si

           affacciarono gruppi di ebrei che scelsero di sottrarsi al giogo della

           Torà e delle mizwot, tuttavia non per questo hanno scalfito mai tale

           fondamento. Anche questi sapevano che alla domanda: “Chi sei? Da

           dove vieni? Qual è la tua terra?” Era ovvio rispondere: “Sono ebreo e

           ad Hashem Io appartengo!” (Giona 1;9).

           Nel passato coloro che si volevano esimere dagli obblighi verso il

           proprio Padrone, si servivano fondamentalmente di due posizioni:

           la prima sosteneva che si dovesse smettere semplicemente di essere

           yeudim e diventare parte di un popolo che conservasse solo qualche

           “vecchio uso e costume religioso”. La seconda più ingannevole della

           prima, consisteva in un nuovo pensiero che apparentemente era

           conciliabile con la Torà, ma che abbandonava pian piano l’autentica

           strada di Moshè nostro Maestro.

18         Per esempio il movimento portato avanti da Shabtai Zvi (che Hashem
           cancelli il suo ricordo) trascinò dietro di sé migliaia di ebrei verso la

Mercoledì  completa rovina spirituale: egli sosteneva che il suo pensiero fosse

           lo “stesso” della Torà, portandone svariate prove dai libri sacri, ma

           introdusse “innovazioni” e nuovi concetti, che estirparono l’autentica

           tradizione ebraica di migliaia di anni.

           Tuttavia, ognuno di questi gruppi era perfettamente a conoscenza

           che “non può sussistere il popolo ebraico senza la Torà”. Il primo tipo,

           nonostante ciò, si disinteressò totalmente di questa appartenenza

           e il secondo credendo di trovarsi ancora nei margini dell’autentica

           Torà, abbandonò del tutto l’autentica fede tramandataci per 2000

           anni. Persino i Karaiti, che credevano solamente nella Torà scritta e

           rinnegavano quella orale, sapevano che “non esiste popolo ebraico

           senza Torà”! Erano consapevoli che solamente con il distaccamento

           dalla Torà si poteva essere considerati non ebrei, perché non c’è

           ebraismo senza Torà!!

           La situazione ora è totalmente diversa! Da circa 150 anni ad oggi la

           miscredenza ha preso un’altra forma: una nuova corrente ha iniziato

           a sostenere che il popolo ebraico, figlio prescelto e patrimonio

           di Hashem (come chiarito negli articoli precedenti), si dovesse

           trasformare in un popolo come tutti gli altri popoli, nel modo che

           viene concepito dai goim.

           Così definisce il dizionario Larousse il termine “popolo”: “gruppo

           di persone che abitano nella stessa terra e che hanno una stessa

           provenienza, una stessa lingua”. continua a fianco
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