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20 novembre 2014 כז’ חשון תשע”ה
חמישיGiovedìMMoommeenntitiddi iHMaluaskahrà יום
PACE (SHALOM) E DISCORDIA (MAHLOKET)
La pace è uno dei fondamenti del mondo e che permette la sua esistenza.
Invece la discordia causa la distruzione del mondo.
La Scrittura qualifica con il titolo di Reshaìm (empi o malvagi) quattro
categorie di persone:
1. colui che solamente alza la mano con l’intento di picchiare il suo prossi-
mo (anche se non lo ha ancora picchiato, il fatto stesso che ne ha l’inten-
zione è già considerato Rashàa),
2. colui che prende in prestito e non rimborsa,
3. l’insolente sfacciato e il litigioso;
4. colui che causa e incoraggia una lite; trasgredendo così facendo ad un
comandamento della Torà quando afferma: “Non ti assimilare a Koràh e al
suo gruppo” (Numeri 17, 5).
I nostri Saggi hanno detto: “La discordia nel focolare domestico finisce col
distruggere il focolare, la discordia nella Sinagoga finisce col disperdere la
Sinagoga ed anche causare la sua rovina, se la discordia esiste nella città,
del sangue ne cadrà”. La discordia in seno al nostro popolo è purtroppo
sempre stata la causa di grandi tragedie.
Invece, la parola Shalom, rappresenta addirittura uno dei nomi di D-o.
Possiamo dedurne quanto la pace è cara a Lui. Il Creatore ha scelto la pace
per trasmettere la Sua benedizione ad Israele. Ogni focolare in cui regna
la pace è prediletto dal Cielo.
La pace è così apprezzata da D-o che tutte le nostre preghiere come anche
Birchàt Cohanìm (la benedizione che i Cohanim pronunciano) terminano
con la parola “Shalom”. Impariamo che le nostre preghiere sono esaudite
solo se la pace esiste tra di noi. Colui che ricerca la pace sarà sempre esau-
dito.
La pace ha un valore così sublime che, come ce lo insegna la Torà, D-o ha
permesso che il Suo Nome sacro potesse essere cancellato (unica ecce-
zione) dalla pergamena con l’acqua che serviva a rivelare eventualmente
l’innocenza della Sotà (la donna sospettata di tradimento), pur di riconci-
liarla con suo marito.
È anche permesso nascondere la verità (ossia evitare di raccontare un fat-
to) pur di salvaguardare la pace.
Riconciliare due amici o due coniugi è una grandissima Mitzvà contata tra
quelle che procurano delle bontà in questo mondo ma di cui il vero merito
ci viene conservato per il Mondo Futuro.
Il nostro grande Maestro Hillèl diceva: “Sii del numero dei discepoli di
Aaron a’cohen che amava la pace ed inseguiva la pace, amava le creature e
le riavvicinava alla Torà”.
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חמישיGiovedìMMoommeenntitiddi iHMaluaskahrà יום
PACE (SHALOM) E DISCORDIA (MAHLOKET)
La pace è uno dei fondamenti del mondo e che permette la sua esistenza.
Invece la discordia causa la distruzione del mondo.
La Scrittura qualifica con il titolo di Reshaìm (empi o malvagi) quattro
categorie di persone:
1. colui che solamente alza la mano con l’intento di picchiare il suo prossi-
mo (anche se non lo ha ancora picchiato, il fatto stesso che ne ha l’inten-
zione è già considerato Rashàa),
2. colui che prende in prestito e non rimborsa,
3. l’insolente sfacciato e il litigioso;
4. colui che causa e incoraggia una lite; trasgredendo così facendo ad un
comandamento della Torà quando afferma: “Non ti assimilare a Koràh e al
suo gruppo” (Numeri 17, 5).
I nostri Saggi hanno detto: “La discordia nel focolare domestico finisce col
distruggere il focolare, la discordia nella Sinagoga finisce col disperdere la
Sinagoga ed anche causare la sua rovina, se la discordia esiste nella città,
del sangue ne cadrà”. La discordia in seno al nostro popolo è purtroppo
sempre stata la causa di grandi tragedie.
Invece, la parola Shalom, rappresenta addirittura uno dei nomi di D-o.
Possiamo dedurne quanto la pace è cara a Lui. Il Creatore ha scelto la pace
per trasmettere la Sua benedizione ad Israele. Ogni focolare in cui regna
la pace è prediletto dal Cielo.
La pace è così apprezzata da D-o che tutte le nostre preghiere come anche
Birchàt Cohanìm (la benedizione che i Cohanim pronunciano) terminano
con la parola “Shalom”. Impariamo che le nostre preghiere sono esaudite
solo se la pace esiste tra di noi. Colui che ricerca la pace sarà sempre esau-
dito.
La pace ha un valore così sublime che, come ce lo insegna la Torà, D-o ha
permesso che il Suo Nome sacro potesse essere cancellato (unica ecce-
zione) dalla pergamena con l’acqua che serviva a rivelare eventualmente
l’innocenza della Sotà (la donna sospettata di tradimento), pur di riconci-
liarla con suo marito.
È anche permesso nascondere la verità (ossia evitare di raccontare un fat-
to) pur di salvaguardare la pace.
Riconciliare due amici o due coniugi è una grandissima Mitzvà contata tra
quelle che procurano delle bontà in questo mondo ma di cui il vero merito
ci viene conservato per il Mondo Futuro.
Il nostro grande Maestro Hillèl diceva: “Sii del numero dei discepoli di
Aaron a’cohen che amava la pace ed inseguiva la pace, amava le creature e
le riavvicinava alla Torà”.
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