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19 novembre 2014 ‫כו’ חשון תשע”ה‬

MercoledMìomenti di Musar‫יום רביעי‬

FREQUENTARE I GIUSTI E I SAGGI

E’ nella natura dell’uomo lasciarsi influenzare nel suo modo di es-
sere e di agire dal comportano dei suoi amici, compagni o concitta-
dini; conformandosi ai modi di vita dell’ambiente circostante.
Per questo motivo, bisogna stringere amicizia con gli tzaddikìm (i
giusti) e frequentare assiduamente le persone sagge, in modo da
conformarsi agli atteggiamenti che essi assumono nelle diverse si-
tuazioni. Così facendo ci si allontanerà dagli empi “che procedono
nell’oscurità”.
Re Salomone ha detto: “Colui che frequenta i Saggi diventerà sag-
gio ma colui che si unisce agli insensati sarà annientato con loro”
(Proverbi 13,20).
È scritto ancora: “Felice l’uomo che non si lascia indurre a seguire
i consigli degli empi e che non va nella via degli istigatori” (Salmi
1, 1).
Quindi, se si abitasse in una città dove le abitudini sono cattive e
gli abitanti non seguono un retto cammino, bisogna lasciare quella
città e trasferirsi in una località popolata da giusti e da gente che si
comporta in modo almeno decente.
Del resto, è  un precetto positivo (mitzvà) avvicinarsi ai sapienti
della Torà e ai loro discepoli per ispirarsi al loro esempio.
Pertanto bisogna cercare di sposare la figlia di un sapiente della
Torà; di mangiare e bere in compagnia degli studiosi della Torà; di
instaurare dei rapporti commerciali con loro. Per questo motivo i
nostri Maestri hanno prescritto: “Copriti della polvere che solleva-
no i loro piedi e bevi con sete le loro parole”. (Pirkè Avot 1, 4).

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