Page 31 - Sivan 5779
P. 31

MOMENTI DI HALAKHà


        SIPPURE’ ZADIKKIM
        Giudica l’altro come vorresti essere giudicato
        Insegnano  i  Maestri:  Chi  giudica  un  compagno  in  modo  meritevole,  sarà
        anch’egli giudicato con merito. Accadde che un tale scese dall’alta Galilea
        e fu assunto da un padrone del sud per tre anni. Alla viglilia di Yom
        Kippùr disse l’impiegato: “Pagami affinchè io possa andare a portare cibo a
        mia moglie e ai miei figli”. Quello gli rispose di non aver denaro. Gli disse
        l’impiegato: “Dammi della frutta”. Quello rispose di non averne. “Dammi
        allora della terra”. “Non ne ho” Disse il padrone. Dammi un animale oppure
        degli oggetti” “Non ho oggetti e neppure animali”, disse infine il padrone.
        L’impiegato mise la bisaccia sulle spalle e rammaricato se ne andò a
        casa. Passò anche Succòt. Finita la festa il padrone prese con se il salario
        dovuto e portò pure in dono al suo impiegato tre asini pieni di merce.
        Uno portava cibo, l’altro bevande e il terzo ogni tipo di cose prelibate.
        Mangiarono e bevvero poi il padrone diede al fedele lavoratore il dovu-
        to e il non dovuto. Gli disse: “Quando mi hai detto di pagarti e ti ho risposto
        che non avevo di che, cosa hai pensato?” Gli disse: “Ho pensato che con i
        contanti tu avessi pagato della merce a basso prezzo facendo un buon affare”.
        “Quando mi hai chiesto l’animale e ti risposi di non averne, cos’hai creduto?
        “Pensai che tu avessi dato in affitto tutti gli animali”. “Quando mi hai chiesto
        la terra e ti risposi che ne ero privo?”. “Pensai che l’avessi data in pegno per
        avere un prestito”. “Quando mi hai chiesto della frutta e risposi che mi manca-
        va?”. “Pensai che tu non avessi avuto il tempo di prelevare la decima”. Quando
        ti dichiarai di non possedere utensili, cosa hai pensato?”. “Pensai che tu li
        avessi offerti affinché se ne facesse un uso sacro”. Gli disse: “Ti giuro che tutto
        quello che hai detto è realmente accaduto. E ora, così come tu mi hai giudicato
        in bene il Signore giudichi anche te sempre in bene”.
        La tradizione narra che il padrone era Elièzer figlio di Orkenòs e che
        il salariato era Akivà quando, ancora analfabeta, era costretto ad umi-
        li lavori per mantenere la famiglia. La benedizione di Rabbi Elièzer si
        avverò. Akivà divenne il più grande tra i Maestri d’Israele e migliaia di
        alunni si legarono a lui. Solo chi è capace di giudicare l’altro dal lato po-
        sitivo ha la possibilità di diventare un grande Saggio perché solo dove
        ce il buon cuore risiede la vera Torà.

                                   31
   26   27   28   29   30   31   32   33   34   35   36