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MOMENTI DI HALAKHà


        SIPPURE’ ZADIKKIM

        L’aiuto
        Narra il Talmùd: Quando Rabbi Akivà si sposò, il suocero, furioso per
        l’ignoranza del genero, lo cacciò di casa assieme alla figlia. I due vissero
        in un pagliaio. Il Signore ebbe pietà e chiamò il profeta Elia. “Scendi e
        porgi aiuto a quell’uomo indigente”. Elia il Profeta si vestì da povero, scese
        sulla terra e bussò alla porta del fienile per chiedere elemosina. Akivà
        gli aprì ma non aveva nulla. Gli donò allora metà del suo fieno. Elia il
        Profeta tornò dunque in cielo per deporre di fronte al Trono divino la
        paglia. Subito dopo, la moglie di Akivà chiese al marito di andare ad
        imparare la Torà. Akivà andò, studiò Torà per 24 anni e divenne famoso
        per la sua scienza. Ce da chiedersi: in che modo Elia il Profeta aiutò
        Rabbi Akivà? Non solo non gli portò offerte o ricchezze ma addirittura
        gli portò via anche metà del fieno. L’aiuto consiste in questo: quando la
        moglie notò l’umanità del marito capì che costui sarebbe divenuto un
        grande Saggio d’Israele e lo mandò a studiare. (Rav Galinsky)
        Aiutare anche chi non si conosce
        Una volta Abbà Tanà il Pio si trovava nelle vicinanze della sua città in
        prossimità della vigilia di Shabbàt. Con sé portava un grosso pacco con
        della merce preziosa. A un certo punto vide un uomo afflitto da piaghe,
        steso sulla strada. “Signore, faccia un atto di pietà, mi porti dentro la città”,
        disse quello. Abbà Tanà pensò: “Se lascio il pacco e qualcuno lo porterà via
        come farò a sostenere la mia famiglia? Ma, d’altro canto, come posso abbando-
        nare un uomo afflitto da piaghe?”. Che cosa fece? Appoggiò il pacco vicino
        a un albero e portò l’uomo in città, poi tornò a prendere il pacco che nes-
        suno aveva toccato e rientrò nella sua in città con gli ultimi raggi di sole.
        Tutti lo videro ed esclamarono: “Questo è davvero Abba Tanà il Pio? Come
        può egli entrare in città con un pesante pacco sulle spalle pochi istanti prima
        che inizi lo Shabbàt?”. Abbà Tanà pianse e pensò: “Che tristezza! Non ho
        avuto il tempo di prepararmi! Forse gli ignoranti che mi hanno visto
        impareranno da me e potrebbero profanare lo Shabbàt”. Camminava e
        le sue lacrime gli rigavano il volto. Che cosa fece il Santo Benedetto sia?
        Fece splendere il sole un pò di più ritardando l’inizio dello Shabbàt e
        tutti pensarono: “Abbà Tana è veramente un giusto, siamo noi che abbiamo
        sbagliato l’inizio dello Shabbàt”.
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