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MOMENTI DI HALAKHà


        ParasHaT nasò
        “Un uomo o una donna che farà un voto da nazireo per astenersi in
        nome di Hashem” (Bemidbar 6, 2).
        Rashì in loco spiega che il motivo per cui nella Torah la porzione riguar-
        dante la mitzvà della Sotà (donna sospettata di adulterio) precede quella
        concernente il nazireo (colui che assume su di sé il voto di astenersi dal
        bere vino per un certo periodo) sta nel fatto che coloro i quali assisteva-
        no alle disgrazie occorse alla Sotà venivano spontaneamente indotti ad
        assumere su di sé, al fine di non eccedere con il vino (che conduce alla
        frivolezza ed al peccato a sfondo sessuale), il voto di astenersi dal berlo
        (vedi anche TB Sotà 2a).
        Secondo l’ordine dei trattati della Mishnà, tuttavia, quello concernente
        la Sotà (Massechet Sotà) segue – anziché precedere – il trattato relativo
        al nazireo (Massechet Nazir): per quale ragione i nostri Maestri hanno
        ritenuto opportuno invertire l’ordine di questi due argomenti rispetto a
        quello riportato nella Torah?
        Spiega l’Admor di Gur zz”l che, nell’ottica della nostra Santa Torah, non
        è consentito ad un uomo raggiungere la Santità grazie al nazireato se
        prima egli non si “spoglia” dal peccato osservando le disgrazie occorse
        alla Sotà ed allontanandosi conseguentemente dal male, com’è scritto
        nei Salmi: “Allontanati dal male, e fai il bene” (Tehillim 34, 15).
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        I nostri Maestri hanno però compreso che tale impostazione è molto dif-
        ficile da seguire per l’uomo, poiché se si attende di affrancarsi “completa-
        mente” dal male prima di accingersi a fare il bene potrebbe accadere che,
        nell’attesa di addivenire ad una completa purificazione, non si arrivi mai a
        compiere azioni positive per tutta la propria vita. Per tale ragione i nostri
        Maestri ci hanno indicato una strada “differente” rispetto a quella delinea-
        ta dalla Torah, imponendoci di iniziare ad occuparci del nazireato (e, quin-
        di, di “fare il bene”) anche se ancora non ci si è completamente purificati ed
        “allontanati dal male”, e ciò affinché tale condotta ci aiuti ad addivenire ad
        una completamente purificazione in tempi rapidi, come spiega al riguar-
        do il Chiddusheì HaRim: “«Allontanati dal mare», cioè non preoccuparti di
        distaccarti dalle cose negative – «E fai il bene», ovverosia occupati solo di
        compiere azioni positive cosicché il male si allontanerà da sé”.
        Per questa ragione i nostri Maestri hanno quindi anteposto lo studio del
        trattato concernente le regole del nazireato a quello relativo alla donna
        Sotà, così da indicarci, per l’appunto, la strada giusta da percorrere nella
        costante opera di miglioramento di noi stessi…
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