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כב’ כסלו תשע”ו
Momenti di Halakhà
Regole riguardanti la berakhà di “birkhat ashanim” 47
-Da Sheminì Atzèret a Pèsach, nella Amidà viene menzionata
la rivelazione dei poteri di D.o attraverso la pioggia: “Mashiv יום שישי
Aruach Umorid Agheshem - Che fa soffiare il vento e cadere
la pioggia”.
-Dal sette di cheshvàn, in Erez Israel, aggiungiamo una
preghiera esplicita per la pioggia: “Veten Tal Umattar - E dà
rugiada e pioggia”.
Perchè proprio il sette di cheshvàn? Poiché, come dicono
i nostri Maestri, a partire da questa data gli ultimi ebrei di
ritorno dal pellegrinaggio a Yerushalàyim per Sukkòt e Sheminì
Atzèret avevano raggiunto l’Eufrate per raggiungere i villaggi
più remoti.
-Fuori dalla Terra d’Israele, dove l’acqua è abbondante e c’è
meno bisogno che piova precocemente, la preghiera per la
pioggia inizia più tardi, ovvero sessanta giorni dopo la tekufàt
tishrì.
-Questo calcolo non si basa su un giorno fisso del calendario
lunare; nel calendario solare, cade il 5 dicembre negli anni
regolari e il 6 dicembre negli anni bisestili, in cui il mese di
febbraio ha ventinove giorni.
-Sebbene vi siano paesi in cui la pioggia è necessaria all’inizio
dell’inverno, come in Israele, e terre in cui è necessaria anche
dopo Pèsach, la preghiera per la pioggia si aggiunge soltanto a
partire da una di queste due date, ovvero, il sette di cheshvàn o
sessanta giorni dopo tekufàt tishrì, e si recita ovunque ovunque
fino alla stessa data, la vigilia di Pèsach.
-In tutti i luoghi dove la pioggia è necessaria in altri periodi,
si possono osservare giorni di digiuno speciali, seguendo
il particolare ordine di preghiere penitenziali per il dono
della pioggia. Tuttavia, non si può deviare dalle modalità di
preghiera per la pioggia stabilite che i Maestri hanno fissato
nella ‘Amidà.
Continua domani.........