Page 22 - Kislev5776
P. 22

Sabato21 novembre 2015

            Momenti di Musàr

        Parashat Vaietzé
        “[Ya’acov] fece un sogno: ecco, una scala era poggiata a terra mentra la sua
        cima giungeva al cielo; ecco, angeli del Sig-re salivano e scendevano su di
        essa” (Bereshit 28, 12).
        Il Ben Yish Chaij, riportando un insegnamento del padre Rabbi Eliahu
        Chaijm, fa notare che la parola “‫“( ”סולם‬scala”) ha lo stesso valore numerico
        della parola “‫“( ”ממון‬denaro”).
        Spiega lo Tzaddiq che il verso “ecco, una scala” riportato nella parashà ci
        ricorda come, grazie al “denaro”, un uomo si sente erroneamente “poggiato
        per terra”, ovverosia che la ricchezza che possiede gli è arrivata grazie alle
        proprie forze ed all’impegno profuso nella propria attività lavorativa: la
        cima della scala, però, “giungeva al cielo”, come a dire che in realtà tutto
        dipende dalla volontà di Hashem che risiede nei Cieli, il quale decide chi
        deve arricchirsi e chi, invece, impoverirsi. E l’attribuzione del benessere
        o della povertà avviene grazie agli “angeli del Sig-re” addetti alla parnassà
        ~ sostentamento, i quali “salivano e scendevano su di essa”, ovverosia
        elevano chi è destinato ad avere successo negli affari e, di converso,
        abbassano coloro a cui invece sono riservate perdite economiche.
20 Si chiede inoltre il Ben Yish Chaij quale sia la ragione per cui, proprio nella
        parola “scala”, sia contenuta, come visto, una forte allusione al concetto di
        “denaro”, spiegando tale corrispondenza tramite un esempio.
        Una bella scala, poggiata al muro di casa, è costituita da dieci pioli, tutti di
        pari qualità e bellezza. Ciò nonostante, il piolo posto al livello superiore
        della scala inizia ad insuperbirsi, dicendo “ecco, io valgo senz’altro più di
        tutti voi in quanto, se così non fosse, il nostro padrone non mi avrebbe certo
        posizionato così in alto!”. Quando il padrone della scala ascolta queste
        parole, immediatamente prende la scala e la rivolta sottosopra, così che
        il piolo “superbo” si trova, in un solo istante, ad essere posizionato più
        in basso di tutti gli altri pioli. Il piolo in questione, accortosi di quanto
        accaduto, si pente quindi della propria superbia vedendo come, in pochi
        attimi, sia stato ridotto in una situazione di miseria. Al contempo, il piolo
        che adesso si trova più in alto di tutti gli altri, comprende che non vi è
        ragione alcuna per insuperbirsi nell’essere lì, in quanto tutto dipende
        dalla volontà dell’uomo che, in un solo istante, può decidere di rivoltare
        nuovamente la scala.
        Da qui possiamo capire agevolmente il profondo messaggio contenuto
        nell’esempio del Ben Yish Chaij: non bisogna mai insuperbirsi per ciò che
        si ha, poiché la ricchezza, per l’appunto, è come una scala, che può essere
        rivoltata istantaneamente dal Padrone dell’Universo così che colui che in
        precedenza era posizionato “sopra” vivendo nell’agiatezza, adesso si trova
        ad essere “sotto” e privo di qualunque bene.
   17   18   19   20   21   22   23   24   25   26   27