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Sabato21 novembre 2015
Momenti di Musàr
Parashat Vaietzé
“[Ya’acov] fece un sogno: ecco, una scala era poggiata a terra mentra la sua
cima giungeva al cielo; ecco, angeli del Sig-re salivano e scendevano su di
essa” (Bereshit 28, 12).
Il Ben Yish Chaij, riportando un insegnamento del padre Rabbi Eliahu
Chaijm, fa notare che la parola ““( ”סולםscala”) ha lo stesso valore numerico
della parola ““( ”ממוןdenaro”).
Spiega lo Tzaddiq che il verso “ecco, una scala” riportato nella parashà ci
ricorda come, grazie al “denaro”, un uomo si sente erroneamente “poggiato
per terra”, ovverosia che la ricchezza che possiede gli è arrivata grazie alle
proprie forze ed all’impegno profuso nella propria attività lavorativa: la
cima della scala, però, “giungeva al cielo”, come a dire che in realtà tutto
dipende dalla volontà di Hashem che risiede nei Cieli, il quale decide chi
deve arricchirsi e chi, invece, impoverirsi. E l’attribuzione del benessere
o della povertà avviene grazie agli “angeli del Sig-re” addetti alla parnassà
~ sostentamento, i quali “salivano e scendevano su di essa”, ovverosia
elevano chi è destinato ad avere successo negli affari e, di converso,
abbassano coloro a cui invece sono riservate perdite economiche.
20 Si chiede inoltre il Ben Yish Chaij quale sia la ragione per cui, proprio nella
parola “scala”, sia contenuta, come visto, una forte allusione al concetto di
“denaro”, spiegando tale corrispondenza tramite un esempio.
Una bella scala, poggiata al muro di casa, è costituita da dieci pioli, tutti di
pari qualità e bellezza. Ciò nonostante, il piolo posto al livello superiore
della scala inizia ad insuperbirsi, dicendo “ecco, io valgo senz’altro più di
tutti voi in quanto, se così non fosse, il nostro padrone non mi avrebbe certo
posizionato così in alto!”. Quando il padrone della scala ascolta queste
parole, immediatamente prende la scala e la rivolta sottosopra, così che
il piolo “superbo” si trova, in un solo istante, ad essere posizionato più
in basso di tutti gli altri pioli. Il piolo in questione, accortosi di quanto
accaduto, si pente quindi della propria superbia vedendo come, in pochi
attimi, sia stato ridotto in una situazione di miseria. Al contempo, il piolo
che adesso si trova più in alto di tutti gli altri, comprende che non vi è
ragione alcuna per insuperbirsi nell’essere lì, in quanto tutto dipende
dalla volontà dell’uomo che, in un solo istante, può decidere di rivoltare
nuovamente la scala.
Da qui possiamo capire agevolmente il profondo messaggio contenuto
nell’esempio del Ben Yish Chaij: non bisogna mai insuperbirsi per ciò che
si ha, poiché la ricchezza, per l’appunto, è come una scala, che può essere
rivoltata istantaneamente dal Padrone dell’Universo così che colui che in
precedenza era posizionato “sopra” vivendo nell’agiatezza, adesso si trova
ad essere “sotto” e privo di qualunque bene.