Page 18 - Kislev5776
P. 18
Giovedì19 novembre 2015
Momenti di Musàr
Parashàth Vayetzè
“Uscì Yakòv da Beer Shèva e ando a Charàn…” (Bereshìt 28, 10).
Rashì nota che, l’uso del verbo uscire sembra essere superfluo. Infatti
dicendo che Yakòv andò a Charàn, è sottointeso che uscì da Beer Shèva.
Secondo Rashì nella Toràh sottolinea che Yakòv uscì per evidenziare
che l’uscita di uno Tzaddìk lascia il segno e fa impressione. Il Chatam
Sofèr si domanda allora come mai non venga usato anche a proposito
di Avrahàm il verbo “uscì” dal momento che l’ebraismo insegna, che
“l’uscita di uno Tzaddìk fa notevole impressione”. La risposta è che,
quando Yakòv partì, l’ambiente che lasciava era quello familiare di
suo padre Itzhàk e di sua madre Rivkà, sui quali la sua partenza fece
una grande impressione. Quando invece Avrahàm partì, l’ambiente
idolatrico dal quale si separava rimase del tutto indifferente e non
provò per questo fatto alcuna emozione o senso di perdita.
-------------
“Ecco, una scala era poggiata a terra mentre la sua cima
giungeva al cielo …”(Bereshìt 28, 12).
16 I Maestri commentano questi versi paragonando la scala sognata da
Yakòv all’uomo: se un uomo si sente piccolo ed umile, quindi “posato
in terra”, allora “la sua cima giungerà in cielo” egli sarà veramente
grande agli occhi del cielo. Così come è scritto nello Zohar: “colui
che è piccolo è un grande” ed egli meriterà ciò che è scritto nel verso
seguente: “Ed ecco che il Signore è sopra lui” cioè che la Shechinà - la
presenza di Dio, si poserà su di lui.
-------------
“Ecco, una scala era poggiata a terra mentre la sua cima
giungeva al cielo…” (Bereshìt28, 12).
Ci insegna l’Admor Rabbì Israel di Rajìn, che la parola sulàm – scala,
menzionata nel sogno di Ya’akòv è l’acronimo di “Seudàt Melavè
Malkà”, il pasto che si usa fare alla fine dello Shabbàt, che accompagna
la Regina “lo Shabbàt”. È questo pasto, secondo Rabbì Israel, è “la scala
poggiata in terra”.
Purtroppo le persone non pongono la dovuta attenzione a questo
uso, e spesso viene tralasciato e non viene considerato con il dovuto
rispetto. La verità è che “la sua cima arriva al cielo”, cioè il valore e il
livello spirituale di quest’uso arriva a livelli molto elevati nei mondi
superiori. Beati coloro che sono attenti a questo uso e lo eseguono con
devozione alla fine di ogni Sabato.
Rav David Elia Sciunnach