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27 giugno 2015

                Momenti di Musàr

Sabato Parashat Chuqqat
       “Tutta la comunità dei figli d’Israele giunse nel deserto di Tzin
       nel primo mese, e il popolo risiedette in Kadesh; lì morì Miriam
       e lì fu seppellita” (Bemidbar 20, 1).
       E’ scritto nel midrash che da questo verso si impara come, in
       quel frangente, cessarono le morti degli ebrei appartenenti alla
       generazione che, poco dopo l’uscita dall’Egitto, si era rifiutata
       di entrare in Erez Israel prestando ascolto alle travianti parole
       degli inviati del popolo che erano andati ad esplorare la terra
       promessa.
       I nostri Maestri hanno infatti insegnato che, nei quarant’anni
       di pellegrinaggio nel deserto, ogni ebreo si scavava una fossa
       alla vigilia del 9 di Av (Tish’à Be’Av, giorno in cui gli esploratori
       erano tornati dalla visita di Erez Israel ed in cui il popolo
22 ebraico aveva pianto “invano” ascoltando la loro maldicenza
       sulla terra promessa), dormendo in essa: vi erano ebrei che
       morivano durante tale notte ed altri che, invece, tornavano
       nelle proprie case. E così avvenne fino a che non morirono
       tutti gli ebrei facenti parte della generazione che aveva avuto a
       che fare con gli esploratori, per i quali Hashem aveva decretato
       che non sarebbero mai entrati nella terra d’Israele.
       Ciò significa pertanto che, nel deserto, la scavatura della fossa
       precedeva sempre la morte degli ebrei.
       Questo, però, fino a che non venne a mancare Miriam, in
       relazione alla quale è appunto scritto: “lì morì Miriam e lì
       fu seppellita” (Bemidbar 20, 1), il che ha costituito una prova
       per gli ebrei che, finalmente, erano cessate le morti degli
       ebrei nel deserto, in quanto la “sepoltura” aveva smesso di
       precedere la “morte”…
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