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26 giugno 2015

                Momenti di Musàr

Ve n e rd ìParashat Chuqqat
        E’ riportata una storia nel libro “Od Yosef Chaij” dal grande rabbino
        e cabbalista Rabbenu Yosef Chaijm di Baghdad (autore del testo di
        halachà intitolato “Ben Ish Chaij”), riguardante una persona che,
        in sogno, aveva visto una scala grandissima con 1.000 gradini, sulla
        quale il Re saliva fino a giungere al cinquecentesimo gradino. Al
        mattino, questa persona si recò dal Re raccontandogli del sogno
        fatto: egli, il Re, si rallegrò molto del racconto, tanto da ordinare che
        venisse consegnata alla persona una cassa piena di monete d’oro.
        La moglie del vicino di casa della persona, una volta venuta a
        conoscenza dell’accaduto, suggerì al marito di andare anche lui dal
        Re e raccontargli di aver sognato di averlo visto salire fino all’ultimo
        gradino di quella immensa scala: pensava infatti la moglie che se
        il loro vicino, che aveva detto di aver visto il Re arrivare solo fino
        al cinquecentesimo gradino (e quindi a metà della scalinata),
        aveva ricevuto doni così preziosi, a maggior ragione il racconto di
20 un sogno dove il Re era arrivato fino in cima alla scala lo avrebbe
        indotto a consegnare loro un dono ancor più ricco del precedente.
        E così l’uomo andò dal Re e, come consigliato dalla moglie, raccontò
        lui di averlo visto salire, in sogno, fino all’ultimo dei 1.000 gradini
        della grande scala: di fronte a tale storia, però, il Re si arrabbiò
        molto, ordinando alle proprie guardie di gettare l’uomo dal tetto
        del palazzo giù nel cortile, uccidendolo. Ciò in quanto quest’ultimo
        sogno, a differenza del primo, non era affatto buono: visto che il Re
        aveva ormai raggiunto l’apice della scala, infatti, non vi era modo
        di salire ancora più in alto e, quindi, in seguito ci sarebbe stata
        necessariamente una discesa verso il basso. L’altro sogno, invece,
        ponendo il Re a metà della scala, gli prospettava ancora una lunga
        ascesa vero la cima, e per questo il Re aveva ricompensato la persona
        con preziosi doni.
        L’insegnamento che si può trarre da questa storia, spiega il Ben Ish
        Chaij, sta nel fatto che ciascuno di noi dovrebbe vivere considerando
        come se avesse raggiunto solo la metà della scala, proseguendo
        costantemente nello studio della Torah e nel rispetto delle mitzvot
        al fine di raggiungere mete sempre più elevate.
        Con l’augurio che Hashem ci dia sempre la salute necessaria a
        servirLo con vigore senza necessità del supporto di altre persone,
        Amen Ken Yehi Razon!
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