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4 giugno 2015

               Momenti di Musàr

Giovedì  Lo studio della Torà
         Dobbiamo sapere che non esiste al mondo piacere paragonabile alla percezi-
         one dell’eccelsa luce proveniente da Hashem. Questo perchè l’uomo è com-
         posto da anima e corpo ma ovviamente la forza dell’anima è molto più grande
         di quella del corpo; ora, tutti i piaceri di questo mondo sono per il corpo men-
         tre il piacere della luce divina è per l’anima: ma certo i piaceri corporali sono
         minimi rispetto ai piaceri dell’anima! A questo allude il re David nei Tehillim:
         “La mia anima ha sete di Hashem, del Dio Vivente. Quando potrò venire a
         mostrarmi davanti ad Hashem? “Il corpo deve bere per cui se pure si propone
         all’uomo ogni ricchezza ma a patto che non beva per un mese, rifiuterà, per-
         ché il denaro non serve a nulla a chi muore di sete! Così pure l’anima ha sete
         di vedere la luce divina e di rafforzare il legame con Hashem e nessun piacere
         di questo mondo potrebbe dissetarla ma solo lo studio e la pratica della Torà.
         Tuttavia, affinchè lo studio porti veramente alla percezione della luce, è im-
         portantissimo che l’uomo si ricordi sempre che in effetti lo studio lega l’anima
         a Hashem e fa scendere su di essa questa luce. È scritto nelle fonte ebraiche
         che più si è consapevoli di questa nozione e più questo legame e questa in-
         fluenza si rafforzano. Il Bach, nel suo commento al Orach Chaiim, ha scritto
         parole forti, indicano che la causa dell’esilio del popolo ebraico dalla Terra
         di Israele e da ritrovarsi nel fatto che studiava la Torà solo per conoscerla ma
36 non per il legame dell’anima con Hashem e per l’influenza spirituale. Non in-
         tendendo studiare per questi scopi, il popolo d’Israele privava lo studio del
         suo contenuto basilare. Da qui impariamo come sia importante adottare un
         approccio consapevole di queste nozioni. Le parole del Bach costituiscono un
         grande insegnamento per i maestri. Loro devono far interiorizzare agli alunni
         questo concetto fondamentale che ogni minuto di studio della Torà rafforza
         il legame dell’anima con Hashem e le porta una gran luce. Questa consape-
         volezza moltiplica il valore dello studio e aiuta molto gli studenti a sentirsi
         legati al limud aTorà. Dobbiamo ovviamente sottolineare l’importanza del le-
         game dell’anima con Hashem e dell’influenza della luce divina su di essa. Già
         scrive il Messilat Yesharim che l’uomo deve rincorrere dietro a tutto ciò che lo
         vede legarsi ad Hashem e fuggire come dal fuoco da tutto ciò che lo allontana
         da Lui. Scrive inoltre che l’unico bene è l’attaccamento al Hashem e tutto ciò
         che la gente considera bene al di fuori di questo non è nulla se non vanità, cose
         inutili e sbagliate. Quanto detto sopra riguarda il guadagno che lo studente
         ricava attraverso lo studio della Torà, ma il livello ideale è quando si studia per
         soddisfare il Hashem. Sicuramente però anche lo studio con le sole intenzioni
         precedentemente descritte è di inestimabile importanza. Anche chi pensa,
         mentre studia, di farlo per soddisfare il suo Creatore non deve escludere i due
         pensieri dei quali abbiamo parlato ma pensare che anche il voluto legame con
         Hashem e la Sua luce non sono per noi ma per la soddisfazione di Hashem.
         Proprio queste cose ci aiutano ad arrivare al livello nel quale si agisce solo per
         Hashem: questo perchè quando ci sentiamo legati a Lui e godiamo della Sua
         luce, acquisiremo la voglia di eseguire la Sua volontà.
         (tratto dal libro Divrè Yakov di Rav Yakov Ades)
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