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27 aprile 2015

                Momenti di Musàr

Lunedì   Non ti dimenticare del mondo avvenire
         Capita spesso che una persona faccia i suoi primi passi da ebreo rinato spiri-
         tualmente, o Bà’al teshuvà, e soffra di qualche sorta di danneggiamento,
         fisico, economico, o simile. La domanda che ne deriva in genere è la seg-
         uente: “Perché proprio ora, nel momento in cui ho scelto di seguire la via
         della Torà e ho iniziato a osservare lo Shabbàt, merito una tale punizione?
         È forse questa la ricompensa della Torà?”. Altre volte, un recente Bà’al tes-
         huvà muore all’improvviso di una morte tragica. La gente comincia a chie-
         dersi: “Come è possibile? Che cosa sta succedendo? Un recente Bà’al teshuvà
         che ha abbandonato una vita di lussi e comodità per dedicare la sua vita a
         Hashèm… Avrebbe dovuto vivere per sempre! Perché mai Hashèm se lo è
         preso così all’improvviso?”. L’interrogativo più famoso dei perplessi è tut-
         tavia: “E l’Olocausto? Perché Hashèm ha permesso che sei milioni di ebrei,
         molti dei quali erano santi e giusti studiosi di Torà, morissero nelle camere
         a gas e nei campi di concentramento?”. La gente si dimentica che questo
         mondo è un luogo di importanza temporanea, in cui un’anima assume una
         forma corporea per mettere in atto una missione e realizzare il tikkùn neces-
         sario. Tuttavia, se essi si ricordassero che la vita e la salute dell’anima deve
         essere la nostra preoccupazione primaria, e non il corpo, allora tutte le loro
18 domande cesserebbero.
         Noi non abbiamo modo di sapere quando il nostro tikkùn è stato effettuato.
         Nessuno sa come lascerà questo mondo. Tuttavia, dobbiamo sempre ricor-
         darci che siamo mortali e che quindi siamo destinati a morire un giorno. Il
         re Salomone, l’uomo più saggio del mondo, consigliò (Ecclesiaste 7: 2): “È
         meglio frequentare una casa in lutto piuttosto che una casa in festa, poiché
         il lutto significa la fine di tutti gli uomini e coloro che sono in vita dovreb-
         bero avere questo a cuore!”. Apparentemente, questo consiglio di partecipare
         ai funerali e visitare le persone in lutto è semplice: visitando le persone in
         lutto, ci ricordiamo che un giorno anche le nostre vite avranno fine. Sorpren-
         dentemente, tuttavia, certi lavoratori di professione come medici, infermi-
         eri o assistenti geriatrici sono di fronte alla morte in continuazione, eppure
         quanti di loro sono stimolati alla teshuvà? Molti di loro rimangono bloccati
         nella ricerca delle comodità materiali per tutta la vita. È per questo che il re
         Salomone sottolineava: “E coloro che sono in vita dovrebbero avere questo
         a cuore!”. Tutti noi dobbiamo ricordarci che siamo semplici mortali, oggi
         siamo qui e domani non ci saremo più; se ce ne dimentichiamo, rischiamo di
         scivolare in un sonno spirituale. La paura e il timore dei nostri ultimi giorni
         sulla Terra ci aiutano a controllare i nostri pensieri, parole e azioni. Nello sta-
         bilire un elenco delle nostre priorità, dovremmo ricordarci che la fama e la
         fortuna non hanno nessun valore nella tomba; le comodità di questo mondo
         non hanno nessun valore nel mondo avvenire. Il nostro obiettivo finale è il
         mondo avvenire e l’emunà ci aiuta ad arrivarci.
         (tratto da Gan Emunà di Rav Arush)
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