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טז’ ניסן תשע”ה פסח
HalakhàMomenti diNessuno può mai chiedere o prendere a prestito dal suo 35
prossimo un tratto del carattere di cui potrebbe aver bisogno יום ראשון
in un determinato momento. Una persona ingrata [finché il
suo difetto non viene corretto] sarà ingrata non solo nel suo
modo di fare nei confronti dei suoi simili ma anche nella
relazione che ha con la Sorgente Divina di tutti gli esseri. Una
volta che questo tratto sarà impiantato nella sua personalità,
prenderà il sopravvento su tutti gli altri e pervaderà tutti i suoi
atteggiamenti, anche quando sarà di fronte a Hashèm.
D’altra parte, uno che acquisisce e nutre la preziosa qualità
della gratitudine nei confronti degli altri non solo ringrazierà
Dio ma sentirà con tutto il suo cuore e tutta la sua anima
quanto Gli deve per tutta l’enorme generosità che ha ricevuto,
e che continua a ricevere, ogni giorno della sua vita. Una
persona simile esprimerà naturalmente la sua gratitudine
tramite il sacrificio o la preghiera offerta con sincerità davanti
all’Onnipotente [e provando con tutte le sue forze a osservare i
comandamenti al meglio delle sue possibilità]. Facendo questo,
l’essere umano diviene un “donatore” per Hashèm (se una cosa
del genere fosse possibile) e Hashèm diviene (come se fosse)
un “ricevente”. Questo è il solo rapporto che, come abbiamo
visto prima, porta con sé sentimenti di amore dal donatore al
ricevente. In questo modo la persona può attaccarsi a Hashèm
con amore – la più alta conquista della natura umana.
L’amore di Dio è così grande perché è così difficile da ottenere.
Ci sono poche persone che veramente adempiono al primo
precetto dello Shemà: “E amerai il Signore tuo Dio con tutto
il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte la tue forze”. La
verità è che l’amore può essere raggiunto solo da coloro che
conoscono la qualità del “dare” e la gratitudine che ne deriva.
Dovrebbe essere chiaro. La base dell’amore di Dio è nient’altro
che la qualità del dare.