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Martedì17 marzo 2015

            Momenti di Musàr

         Racconto sugli Tzaddikim
         La signora Rivkà, madre dello Tzaddik Rabbi Chaijm di Volozhin,
         era una donna molto saggia, che, grazie alla sua profonda
         conoscenza delle Scritture e della Mishnà, spesso e volentieri
         stupiva anche gli studiosi dell’epoca. Lei, analogamente a Bruria
         (moglie di Rabbi Meir), era solita intrattenersi nei discorsi di
         Torah che i grandi maestri della generazione facevano quando si
         trovavano a casa di suo figlio. Una volta un noto rabbino, che si
         trovava presso Rabbi Chaijm di Volozhin nella settimana in cui
         si leggeva la parashà di Vayaqel, pose allo Tzaddik la seguente
         domanda: “Nella parashà in cui è narrata la costruzione del
         Mishkan – Santuario nel deserto, che leggeremo se D-o vuole
         durante il prossimo Shabbat, è scritto: “Tutte le donne dotate di
         mente ingegnosa tesserono con le proprie mani e portarono ciò
         cheavevanotessuto” (Shemot 35, 25). Tuttavia, secondo l’Halachà,
         “I frutti del lavoro della donna, appartengono al marito”: com’è
 58 possibile, pertanto, che le donne d’Israele abbiano donato i frutti
         del proprio lavoro per la costruzione del Mishkan senza prima
         chiedere il permesso ai rispettivi mariti?”. Mentre Rabbi Chaijm
         stava ancora pensando alla maniera in cui rispondere all’arguta
         domanda del rabbino, dalla stanza accanto si sentì la voce della
         madre Rivkà: “Secondo me, questa non è affatto una domanda.
         Com’è noto, i nostri Maestri hanno insegnato, nel trattato
         di Qetubot, che gli alimenti vengono garantiti alla moglie in
         cambio del frutto del lavoro delle sue mani. Da qui si impara,
         quindi, che il marito acquista ogni diritto sul frutto delle opere
         della moglie in virtù del fatto che la sostiene e le fornisce tutto ciò
         di cui necessita. Tuttavia, come sappiamo, nei 40 anni durante i
         quali il popolo d’Israele ha vagato nel deserto, il sostentamento
         alle mogli non era fornito dai propri mariti, bensì direttamente
         da HaKadosh Baruch Hu che, quotidianamente, faceva scendere
         la manna dal cielo. Ciò significa che, durante quel periodo, il
         frutto del lavoro delle donne apparteneva solo ad esse, e non ai
         loro mariti, e proprio per questa ragione le stesse hanno potuto
         donare i propri tessuti per la costruzione del Mishkan senza
         dover prima chiedere il permesso ai rispettivi consorti…”.
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