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Ve n e rd ì13 febbraio 2015

            Momenti di Musàr

         Parashat Mishpatim
         “Non accetterai un dono di corruzione, perché il dono di corruzione
         rende ciechi gli occhi degli esperti ed altera le parole dei giusti”
         (Shemot 23, 8).
         Una volta si recarono di fronte Rav Avraham Yehoshua Heshel
         di Apt (in Polonia), noto come l’Ohev Israel ~ Amante del popolo
         d’Israele ed all’epoca Rabbino capo di Kolbuszowa, due ebrei
         intenzionati a sottoporre al Beth Din ~ Tribunale Rabbinico della
         città una controversia insorta tra di loro.
         Uno dei due ebrei decise di tentare di corrompere l’Ohev Israel,
         Presidente del Beth Din del luogo, affinché egli emettesse
         una sentenza a lui favore: per questa ragione, egli introdusse
         furtivamente una busta con del denaro nella tasca della giacca
         Rabbino, senza che quest’ultimo ne sapesse alcunché.
         La mattina seguente, quando il Rabbino si sedette nel Beth Din
         per giudicare la questione a lui sottoposta, avvertì uno stato di
50 confusione circa la decisione da prendere in merito alla stessa,
         sentendosi stranamente indotto a dare ragione all’ebreo che aveva
         messo la busta con i soldi nella tasca della sua giacca. A fronte di
         ciò, il Rabbino decise pertanto di rinviare la seduta del Beth Din e
         la decisione della causa, ritirandosi per pregare Hashem affinché
         lo illuminasse per capire quale fosse la verità ed a chi sarebbe
         dovuto risultare vittorioso all’esito del giudizio.
         Passarono alcuni giorni fino a che il Rabbino si accorse che,
         nella tasca della sua giacca, era stata inserita la busta con i
         soldi: egli comprese immediatamente che ciò era stato fatto al
         fine di corromperlo e decidere in modo favorevole al corruttore.
         La forza della corruzione è infatti così grande che anche se il
         Dayan ~ Giudice non è conoscenza di essere stato corrotto, in
         ogni caso essa è in grado di influire sulla sua capacità di giudizio
         inducendolo ad emettere una pronuncia non veritiera.
         “E’ quindi questa la spiegazione del verso “perché il dono di
         corruzione rende ciechi gli occhi degli esperti ed altera le parole dei
         giusti” (Shemot 23, 8) – disse l’Ohev Israel – e cioè che anche se il
         Dayan continua ad essere una persona integra dopo aver ricevuto
         il dono di corruzione, non essendo a conoscenza di esso, in ogni
         caso tale corruzione altera la sua capacità di discernimento”.
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