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5 novembre 2014 יב’ חשון תשע”ה
MercoledMìomenti di Musarיום רביעי
I BENI MATERIALI
Riporteremo qui uno dei significati più profondi della benedizione che
troviamo nella lettura dello Shemà: “...e potrai mangiare e saziarti”. Essere
sazi nella migliore e nella più elevata di tutte le benedizioni. Nell’intera
esistenza non c’è nessuno veramente soddisfatto con le cose mondane. Chi
ricerca i piaceri di questo mondo non li ottiene mai quanto li vorrebbe.
La realizzazione non è mai pari alle aspettative. Rimane eternamente
affamato. Solamente colui che ha come obiettivo la felicità spirituale, che
vede gli affari mondani solamente come mezzi per raggiungere quel fine,
che veramente e sinceramente non desidera altro che servire Hashèm – lui
è colui che trova soddisfazione nella bontà di D.o. Egli è perpetuamente
felice – anche in questo mondo. Quando abbiamo raggiunto questo
punto, possiamo comprendere la Mishnà che dice che l’unico ricco è colui
che si accontenta di ciò che ha (Avòt 4,1). Che tipo di persona è colui che si
accontenta di ciò che ha? È qualcuno forse che non ha alcuna ambizione
o desiderio? In quel caso, qualsiasi cosa abbia non è per lui fonte di
attrazione. Come possiamo dire che è ricco se non prova alcun piacere per
quello che possiede? E, in ogni caso, come può essere felice con ciò che
ha se gli mancano molte cose che altri hanno? Se è umano, certamente
le vorrà anche lui; come può dunque essere soddisfatto dal poco che ha?
Ma adesso conosciamo le risposte. Quella meravigliosa intuizione che
ci è stata mostrata ci svela quanto le nostre domande siano fuori luogo.
Ovviamente, chi si “accontenta di ciò che ha” è quella persona felice che
ha come obiettivo nella vita le proprie conquiste spirituali. Egli desidera le
cose materiali solo come aiuto per raggiungere tali obiettivi. Quindi può
ringraziare Dio per tutto ciò che gli ha dato per aiutarlo nell’ottenimento
dei suoi obiettivi spirituali. Egli è sempre felice poiché in “tutto ciò che Dio
gli dà” trova un’opportunità per arrivare sempre più vicino alla sua meta –
il puro servizio dell’Onnipotente. Per lui, ogni cosa è buona. Egli capisce e
esperisce nella sua vita che “tutto ciò che il Misericordioso fa è per il bene”
(Berakhòt 60b). Il Misericordioso, la fonte di tutta la grazia, non ci manda
niente che non possa essere utilizzato per il bene. Chi, nel profondo del
proprio cuore, sente e percepisce questa bontà è sempre contento di ciò
che ha. È l’unica persona veramente felice in questo mondo. Ottiene la più
grande delle ricompense: “la ricompensa di una mitzvà è un’altra mitzvà”.
(Tratto dal libro La Conquista della verità di R. Dessler)
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MercoledMìomenti di Musarיום רביעי
I BENI MATERIALI
Riporteremo qui uno dei significati più profondi della benedizione che
troviamo nella lettura dello Shemà: “...e potrai mangiare e saziarti”. Essere
sazi nella migliore e nella più elevata di tutte le benedizioni. Nell’intera
esistenza non c’è nessuno veramente soddisfatto con le cose mondane. Chi
ricerca i piaceri di questo mondo non li ottiene mai quanto li vorrebbe.
La realizzazione non è mai pari alle aspettative. Rimane eternamente
affamato. Solamente colui che ha come obiettivo la felicità spirituale, che
vede gli affari mondani solamente come mezzi per raggiungere quel fine,
che veramente e sinceramente non desidera altro che servire Hashèm – lui
è colui che trova soddisfazione nella bontà di D.o. Egli è perpetuamente
felice – anche in questo mondo. Quando abbiamo raggiunto questo
punto, possiamo comprendere la Mishnà che dice che l’unico ricco è colui
che si accontenta di ciò che ha (Avòt 4,1). Che tipo di persona è colui che si
accontenta di ciò che ha? È qualcuno forse che non ha alcuna ambizione
o desiderio? In quel caso, qualsiasi cosa abbia non è per lui fonte di
attrazione. Come possiamo dire che è ricco se non prova alcun piacere per
quello che possiede? E, in ogni caso, come può essere felice con ciò che
ha se gli mancano molte cose che altri hanno? Se è umano, certamente
le vorrà anche lui; come può dunque essere soddisfatto dal poco che ha?
Ma adesso conosciamo le risposte. Quella meravigliosa intuizione che
ci è stata mostrata ci svela quanto le nostre domande siano fuori luogo.
Ovviamente, chi si “accontenta di ciò che ha” è quella persona felice che
ha come obiettivo nella vita le proprie conquiste spirituali. Egli desidera le
cose materiali solo come aiuto per raggiungere tali obiettivi. Quindi può
ringraziare Dio per tutto ciò che gli ha dato per aiutarlo nell’ottenimento
dei suoi obiettivi spirituali. Egli è sempre felice poiché in “tutto ciò che Dio
gli dà” trova un’opportunità per arrivare sempre più vicino alla sua meta –
il puro servizio dell’Onnipotente. Per lui, ogni cosa è buona. Egli capisce e
esperisce nella sua vita che “tutto ciò che il Misericordioso fa è per il bene”
(Berakhòt 60b). Il Misericordioso, la fonte di tutta la grazia, non ci manda
niente che non possa essere utilizzato per il bene. Chi, nel profondo del
proprio cuore, sente e percepisce questa bontà è sempre contento di ciò
che ha. È l’unica persona veramente felice in questo mondo. Ottiene la più
grande delle ricompense: “la ricompensa di una mitzvà è un’altra mitzvà”.
(Tratto dal libro La Conquista della verità di R. Dessler)
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