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Solo due settimane fa, mia nonna mi ha descritto la sua infanzia. Rima-
        se orfana di entrambi i genitori da piccola, fu testimone della “Kristal-
        lnacht” e fuggì dalle mani dei nazisti. Oggi è orgogliosa di tutti i suoi
        figli e nipoti.
        Questo è il messaggio di fondo del libro di Bamidbar: la vita ha i suoi “alti
        e bassi” e le sue sfide, quando viaggiamo attraverso il nostro periodo in
        questo mondo. Restiamo a galla e ricordiamoci che tutto è per il nostro
        bene, per ottenere una ricompensa nel Mondo Futuro.


                   MOMENTI DI HALAKHà


        shaVuoT
        Tutto il formulario delle preghiere festive, che comprende l’hallèl per
        intero, la lettura della Torà, Yizkòr (gli ebrei sefarditi non dicono Yizkòr)
        e l’amidà di musàf si trova nei machazorim di Shavuòt.
        Nell’amidà (tranne quella di musàf) e nella birkàt hamazòn si aggiunge
        il brano yaalé veyavò.
        Rabbi Eleazàr disse: «Quando gli ebrei risposero facendo precedere la parola
        naasé-faremo rispetto a nishmà-ascolteremo si udì una voce celeste che esclamò
        al loro riguardo: “Chi ha rivelato ai Miei figli questo segreto che utilizzano gli
        angeli al Mio servizio, come scritto: Benedite l’Eterno, voi Suoi; angeli, possenti
        quanto a forza, che eseguite ciò che Egli dice ascoltando il suono della Sua pa-
        rola?” Da questo verso si rileva che per prima cosa essi eseguono sono
        pronti ad agire secondo i Suoi comandi e solo dopo prestano attenzione
        a come eseguire l’ordine a differenza di altri tipi di servitori che, prima
        di accettarlo, desiderano valutarne il contenuto.
        Per tutto il periodo che intercorre tra Rosh Chòdesh di Sivàn fino all’8°
        giorno del mese, che corrisponde a quello successivo a Shavuòt, non si
        dice neppure il tachanùn. Tutto questo periodo è considerato lievemente
        festivo perché, già dal secondo giorno di Sivàn, Mosè diede istruzioni ai
        figli di Israele affinché si dedicassero a rispettare la Torà e, dopo di ciò,
        iniziarono i tre giorni durante i quali nessuno poteva avvicinarsi al mon-
        te Sinài. Ce chi usa omettere il tachanùn fino al 12 di Sivàn perché fino a
        quel giorno era ancora possibile portare il sacrifìcio festivo, per chi non
        era riuscito a presentarlo durante la festività.
        Continua domenica

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