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MOMENTI DI HALAKHà


        SHAVUOT
        La festa di Shavuòt cade il 6 di Sivàn. Da Pésach a Shavuòt si esegue la
        sefiràt haòmer per sette settimane e il suo nome, che vuole appunto dire
        “settimane”, deriva da ciò.
        Sette settimane dopo che furono usciti dall’Egitto i nostri padri si ferma-
        rono alle pendici del monte Sinài e ricevettero la Torà e la festa di Sha-
        vuòt ne celebra il dono. In quell’occasione tutto il popolo fu in grado di
        comprendere il segreto degli angeli del servizio divino e, infatti, dichia-
        rarono, come un sol uomo (Es. 24, 7) faremo e ascolteremo». Dal giorno
        della rivelazione al monte Sinài, la Torà è stata in seguito trasmessa da
        una generazione all’altra e ciascuna, inclusa la presente, ha adeguato la
        propria vita alle disposizioni della Torà.
        A Shavuòt si applicano le norme di yom tov, che includono il divieto di
        lavorare e si recitano le preghiere particolari per la ricorrenza.
        Fuori da Israele, il 7 di Sivàn è ancora Shavuòt perché è il secondo giorno
        di yom tov di chi abita nella Diaspora. Valgono le medesime norme del pri-
        mo giorno. Coloro che abitano fuori da Israele leggono la meghillà di Ruth
        e recitano la preghiera Yizkòr il 7 di Sivàn invece che il 6, mentre in Israele
        il 7 di Sivàn è chiamato issrù chag -  chiusura della festa di Shavuòt.
        In  Israele,  quando  Shavuòt  cadeva  di  Shabbàt,  l’occasione  rimanente
        per sacrificare al Signore gli animali che erano stati offerti era il giorno
        successivo alla festività e pertanto questa giornata, chiamata issrù chàg
        assomiglia molto a yom tov pur avendone normative differenti.
        Nella Torà, la parola “atzéret” si trova in due occasioni di cui la prima è
        (Deu. 16, 8): Atzéret L’Hashem Elokécha-solenne assemblea per l’Eterno,
        il tuo Signore (ove è vicina al nome del Signore) e la seconda è (Num.
        29, i 35): Atzéret tiyié lachém -sarà solenne assemblea per voi (è riferita
        agli uomini). I Rabbini discutono come debba essere intesa l’apparente
        discordanza, e se la giornata di Atzéret (altro nome di Shavuòt) vada
        dedicata al Signore o al godimento personale. Disse Rabbi Eleazàr: «Tut-
        ti gli autori concordano che a Shavuòt (o i Atzéret) occorra dedicare i
        festeggiamenti al Signore ma, in conseguenza della parola lachèm (per
        voi) deve anche essere un giorno di pranzi e banchetti, un giorno di ri-
        poso, molto gradito a Israele. E per quale motivo occorre festeggiare in questo
        modo? Perché è il giorno in cui è stata donata la Torà».
        Continua domani.......

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