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MOMENTI DI HALAKHà


        SHAVUOT
        Vi è l’uso di celebrare il dono della Torà adornando la propria abitazione
        [1]e la sinagoga con rami, fiori e piante di vario tipo. L’uso di spargere
        dell’erba è in ricordo del fatto che a Shavuòt avviene il giudizio sui frut-
        ti degli alberi (ll GRA, il Gaòn di Vilna, contestò quest’uso perché ormai
        era diventato peculiare anche dei non ebrei, durante le loro festività,
        creare addobbi con piante e arbusti), quest’uso vuole ricordare la ve-
        getazione che ricopriva il monte Sinài quando fu donata la Torà, com’è
        scritto (Es. 34, 3): “Nei pressi di quella montagna non potranno pascolare nep-
        pure greggi o bestiame”. I rami e la vegetazione possono essere disposti
        sia dalla vigilia di Shavuòt che di yom tov, purché si sia in precedenza
        già destinato quel materiale per quell’uso, così che non possano essere
        considerati oggetti muktzé. Se invece Shavuòt cade di domenica, non è
        assolutamente permesso provvedere alle decorazioni alla vigilia della
        festa perché è Shabbàt e in questa giornata è vietato predisporre cose
        che serviranno un altro giorno, neppure se si tratta di yom tov. In questo
        caso, occorre premunirsi allestendo quanto necessario già dal venerdì
        precedente oppure farlo dopo che è terminato Shabbàt.
        Durante la notte di Shavuòt è uso rimanere svegli per studiare Torà e
        celebrare in questo modo la ricorrenza in cui ci è stata donata. Vi sono
        libri contenenti una particolare selezione di testi che si leggono e stu-
        diano in questa occasione.
        Con lo studio della Torà nella notte di Shavuòt si conseguono elevati
        meriti e pertanto, è consigliabile dedicarvi almeno qualche ora.
        Vi è un dubbio normativo che riguarda chi sia rimasto sveglio tutta la
        notte senza concedersi neppure un breve sonnellino su un letto se deve
        recitare la benedizione per la netilàt yadàim, se può dire: Elokài nes-
        hamà e poi anche hamahavìr shenà (che rimuovi il sonno [dai miei occhi]),
        come pure le birkòt haTorà (le benedizioni per lo studio della Torà).
        In pagina 54 abbiamo riportato una tabella che sintetizza queste regole.




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