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non è così; la fatica nella Torà è il vandoli maggiormente. Più ci im-
raggiungimento dello scopo stes- pegniamo nello studio della Torà,
so. Anche se non si raggiunge la maggiori dividendi riceveremo in
piena chiarezza, comprensione o questo mondo e garantiremo una
il raggiungimento di uno scopo, ricompensa nel mondo a venire.
la ricompensa è misurata secondo Cerchiamo di fissare un tempo
lo sforzo impiegato in quella di- di studio giornaliero o anche di
rezione. D-o desidera che ci sfor- aggiungerealcuni minuti a quelli
ziamo al massimo, che fatichiamo già impegnati; con ciò potremo ri-
nella Torà ed eseguiamo la Sua gioire della nostra permanenza in
volontà. Così facendo, manter- questo mondo e acquisire un po-
remo i nostri livelli individuali e sto migliore nel mondo a venire.
comunitari di santità e purità ele-
MOMENTI DI HALAKHà
shaBBat
A rigor di norma sarebbe permesso consumare un pasto “temporaneo”
[cioè un piccolo spuntino], come ad esempio mangiare del pane fino alla
quantità di un KeBezà [circa 56 gr.] oppure della frutta (anche molta),
senza recitare prima il Kiddush, tra Shachrit e Musaf, sia la mattina di
Shabbat che quella di Yom Tov, e persino di Rosh Hashanà prima del suo
dello Shofar oppure di Succot prima di aver agitato il Lulav [cioè in tutte
quelle situazioni in cui bisogna stare attenti a NON consumare un pasto
“fisso”, cioè un vero e proprio pranzo].
Ad ogni modo non si deve alleggerire in queste situazioni nient’altro che
nel caso di un uomo debole, e solamente se egli non ha modo di poter
fare il Kiddush sul vino prima [di mettersi a mangiare].
Però se egli ha possibilità di recitare il Kiddush prima [di mangiare], lo
reciti e beva la quantità di vino necessaria per riempirsi la bocca, e dopodi-
ciò mangi un KeZait [circa 28 gr.] o più di dolci fino ad un massimo di un
KeBetzà [circa 56 gr.], ed in seguito consumi frutta finquanta ne desideri.
E dopo di aver recitato la preghiera di Musaf, ripeta il Kiddush sul vino
e si mette al tavolo per consumare un vero e proprio pranzo, per poter
uscire d’obbligo dal secondo pasto di Shabbat, poichè [l’aver già man-
giato dolci e frutta] NON l’ha fatto uscire d’obbligo dal pranzo di Shab-
bat in quanto esso deve necessariamente basarsi sul pane.
(Yalqut Yosef Hilcot Shabbat - Cap. 298, 7 )
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