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Sabato14 novembre 2015

                 Momenti di Musàr

            Parashat Toledot
            “I fanciulli crebbero: Esav divenne abile nel catturare, un
            uomo dei campi, mentre Ya’acov era un uomo semplice, che si
            tratteneva nelle tende” (Bereshit 25, 27).
            Spiega il Kli Yaqar che, fino all’età di 40 anni (in cui si sposò),
            Esav usava andare a caccia di donne sposate; secondo i
            nostri Maestri z”l, egli era in particolare solito avere rapporti
            con donne già destinate in moglie ad altri uomini (TB Baba
            Batrà 16b). Per questa ragione la parashà lo definisce “abile
            nel catturare”, ovverosia esperto nel cacciare donne sposate,
            facendo ciò, in particolare, “nei campi”, come è scritto nella
            Torah in relazione alla donna destinata ad altro uomo ed
            oggetto di violenza sessuale: “siccome l’ha sorpresa nel campo”
            (Devarim 23, 27).
      6 Esav è quindi chiamato “uomo dei campi”, in quanto andava
            in cerca di donne da violentare nei campi affinché le loro urla
            non potessero essere ascoltate da nessuno. Ed egli era anche
            un “cacciatore”, vuoi in quanto effettivamente catturava queste
            donne, vuoi perché, come spiega Rashì, in realtà le attraeva a
            sé seducendole abilmente con le parole.
            Ya’acov, invece, secondo i nostri Maestri era nato con il
            brit milà (Avot deRabbì Natan 2, 5), e per questo era molto
            attento a non inciampare nei peccati a sfondo sessuale.
            Egli, inoltre, “si tratteneva nelle tende” in quanto era legato
            solo ed esclusivamente alla propria moglie, come è scritto
            (relativamente all’episodio del dono della Torah, in cui – come
            insegnato in TB Shabbat 87a – gli ebrei, dopo aver ricevuto i
            dieci comandamenti, furono autorizzati ad unirsi nuovamente
            con le proprie mogli): “Va’ e dì loro: tornatevene alle vostre
            tende!” (Devarim 5, 27).
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