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30 novembre 2015

           Momenti di Musàr

        Il sentiero dei giusti

        E infatti a questo riguardo, nel vedere la nocività della pigrizia e i danni

        che ne derivano, il re Salomone moltiplicò le messe in guardia e disse

        (Proverbi 6, 10-11): “Un po’ di sonno, qualche pennichella ecc. e la tua

        povertà si impone rapida su di te ecc.”. Poiché infatti l’indolente, benché

        non commetta il male in modo attivo, ciononostante se lo procura con

        la propria inazione. E disse anche (Proverbi 18, 9): “Pure colui che

        trascura il proprio lavoro si comporta come un distruttore”, poiché

        pur non essendo proprio come un distruttore che fa del male in modo

        attivo, non si può dire che ne sia così diverso, anzi è per lui come un

        fratello e un compagno. E per spiegare la nocività del pigro, descrisse

        con un’immagine le conseguenze del suo comportamento giorno dopo

        giorno (Proverbi 24, 30-34): “Son passato davanti al campo di un pigro

        e alla vigna di un uomo privo di senno, ed era pieno di rovi e il suo volto

        era ricoperto di spine ecc.; ho osservato e ho capito; ho visto e ho inteso

        la morale: un po’ di sonno, qualche pennichella ecc. e la tua povertà si

        impone rapida su di te ecc.”. E infatti, oltre al significato semplice di

38      questo passaggio che è veritiero di per sé - perché è proprio questo ciò
        che succede al campo del pigro - i nostri Maestri gli hanno attribuito

        anche questa bella interpretazione Midrashica (Yalkut Shimoni,

        Proverbi, 961): “Era pieno di rovi” - egli cerca il significato di un brano

        della Torà di cui ha saltato alcuni passaggi e non lo trova; “e il suo volto

        era ricoperto di spine” - poiché non ha voluto fare lo sforzo di studiarli,

Lunedì  si siede per emettere il giudizio e dichiara impuro ciò che è puro e puro

        ciò che è impuro, infrangendo le barriere frapposte dai Saggi;
“e qual è

        la punizione di costui?” - quella descritta da Salomone (Koelet 10, 8):

        “Chi infrange le barriere sarà morso da un serpente”. Ciò significa che

        il danno provocato dall’indolente non viene tutto in una volta, bensì

        piano piano, senza che questi se ne accorga e ne prenda coscienza:

        infatti, viene trascinato da un male all’altro, finché non sprofonderà

        nel male assoluto. E difatti, dapprima si limita a diminuire lo sforzo

        personale a lui consono, con il risultato che non studia la Torà quanto

        dovrebbe. E quando in seguito si ritroverà a insegnare, la carenza di

        studio gli impedirà di capire. E se il danno procurato dal suo vizio si

        limitasse a questo, già sarebbe enorme; ma in più continua a generare

        nuovi guai: per voglia di trovare a ogni costo una spiegazione a quel

        passaggio della Torà, le attribuisce un senso non conforme alla legge,

        corrompe la verità e la rovescia, trasgredisce i decreti rabbinici, infrange

        le barriere e finisce annientato, come tutti coloro che infrangono le

        barriere.

        http://www.anzarouth.com/2009/08/mesilat-yesharim-6-zrizut-zelo.html
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