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Se un peccatore dice: “Non mi pento, perché Egli non mi accetterà”, gli
si risponde: “Impara dall’episodio del vitello, in cui il popolo rinnegò
Dio ma fu accettato da Lui quando si pentì”. Allo stesso modo, il
profeta {Yeshayàhu 1,18) dice: «Vai, e chiariremo... se i tuoi peccati
sono scarlatti, diventeranno bianchi come la neve». Così agisce
l’inclinazione al male: all’inizio, attrae l’uomo a peccare, ma quando
questi è immerso nel peccato e cerca di pentirsi, la sua inclinazione al
male gli dice: “Che scopo ha il tuo pentimento? Non verrà accettato”.
Perciò, il profeta ribatte ad essa, dichiara: Se i tuoi peccati sono
scarlatti, diventeranno bianchi come la neve.
(tratto dal libro Sefer Atodàa tradotto da Morashà)
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Per ciò che riguarda invece l’invidia che Bilaam nutriva nei confronti
del prossimo, tale attributo negativo emerge più avanti nella parashà,
ed esattamente quando egli si appresta a maledire il popolo dopo
averlo scrutato da un’altura. Nella Torah è detto infatti che “Bilaam
vide Israele accampato, tribù per tribù” (Bemidbar 25, 2), e Rashì ci
62 spiega che in quel momento il mago, sopraffatto dall’invidia nei
confronti della bellezza dell’accampamento degli ebrei, guardò
gli stessi in malomodo cercando di inviare su di loro l’Ain HaRà, il
malocchio, cosa che Hashem, tuttavia, gli impedì di fare in forza
dell’amore che Egli nutre nei confronti del popolo d’Israele.
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-Un giorno avvenne un grande incendio nella città di Breslav. Rabbi
Natan andò lì a vedere la situazione con qualche discepolo, e videro
un uomo addolorato che si affaccendava a racimolare tra le rovine
della casa bruciata qualche pezzo di ferro o legno utile per costruire
di nuovo una casa. Allora Rabbi Natan disse agli allievi: “Vedete!
Quell’uomo nonostante gli sia andata a fuoco tutta la casa non si da
per vinto e continua a cercare dei piccoli frammenti di legni e ferro
per cominciare a tirar su una nuova abitazione! Anche nel servizio di
Hashem deve essere così! Sebbene lo yezer aràa ci fa cadere ogni volta,
e ci fa quasi precipitare nel baratro, tuttavia ci è vietato darci per vinti,
bisogna racimolare e raccogliere dei tratti positivi in noi (mizwot e
opere buone) anche se si deve farlo tra tutti gli avonot che facciamo e
da li rinnovarsi nel ritorno a D.o e il servizio di Hashem!
(tratto dal libro Kochvèi Ohr)