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21 giugno 2015

                Momenti di Musàr
          Tutto è del padrone di tutto

          Si racconta dello Zadik Rav Yakov Yosef Hermann che durante la
          seconda guerra mondiale decise con la moglie di salire in Erez Israel
          dall’America. Il 16 Agosto salparono con l’intenzione di arrivare al

          porto di Haifa il mercoledì del 30 agosto ed alloggiare presso la famiglia

          di Rav Alfah per qualche giorno, prima di trasferirsi definitivamente
          a Gerusalemme. Durante il viaggio, il comandante della nave avvisò
          ai viaggiatori che a causa della guerra scoppiata in Europa erano

          nati dei problemi di transito nel mar mediterraneo e questo avrebbe

          provocato un ritardo di due giorni rispetto alla data d’arrivo prevista.
          Come comunicato, la nave attraccò al porto di Haifa il venerdì qualche
          ora prima del tramonto (entrata dello Shabbat). L’equipaggio scaricò

          tutti i container sulla banchina e comunicò che i viaggiatori avrebbero

          dovuto sgombrare al più presto il molo e che il personale della nave
          non erano affatto responsabili di tutti gli averi dei passeggeri. Il Rav

          e la Rabbanit erano decisamente preoccupati: come fare in tempo a

          cercare e radunare tutte le 16 casse e 9 valige contenenti tutti i loro

          averi, caricarle ed arrivare in tempo a casa prima di Shabbat?! Il Rav

10        decise. Prese la cassa con il Sefer Torà dentro, il suo sacco con il tallit
          e i tefillin e cominciò a cercare la guardia doganale inglese per farsi

          timbrare il passaporto e correre presto in città e non profanare il Santo

Domenica  Shabbat. Mentre il Rav sussurrava alla moglie “Non ho mai profanato
          lo Shabbat, arrivare in Terra Santa e farlo qui per la prima volta non

          se ne parla affatto”, un soldato inglese si avvicinò alla coppia e disse

          loro: “la banchina deve essere sgombrata, cercate tutti i vostri bagagli

          e lasciate il porto” Il Rav gli rispose: “Non mi importa dei bagagli, non
          c’è tempo di cercarli, timbraci solamente i passaporti e lasciaci arrivare

          a casa in tempo per il nostro Sabato”. Il soldato guardò sbigottito il Rav

          e gli chiese: “Quanti bagagli avete?” e lui: “16 casse e 9 valige” il soldato

          attonito gli disse: “Sapete che se i vostri bagagli rimarranno qui sulla
          banchina incustoditi per tutta la giornata di domani di tutti i vostri

          averi domani sera non ne rimarrà che il ricordo, gli arabi ruberanno

          tutto!” Il Rav determinato rispose: “lo so, ma timbraci per favore i nostri

          passaporti e lasciaci arrivare in tempo per lo Shabbat!” Il soldato senza
          parole chiamò il collega e gli disse: “Timbra loro i passaporti e lasciali

          passare, il signore è pronto a lasciare qui tutti i suoi averi purché arrivi

          a casa prima del suo shabbat!!”. Questi, anch’esso sbalordito della

          decisione dell’ebreo, timbrò i passaporti, le carte doganali e li lasciò
          passare. Il Rav prese solamente il Sefer Torà e i tefillin, prese presto un

          taxi con la moglie ed arrivarono proprio in tempo per la l’accensione

          dei lumi a casa del suo amico Rav Alfah. CONTINUA ACCANTO
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