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יב’ ניסן תשע”ה
Momenti di Halakhà
Regole sulla “leil haseder” – sera del seder 27
....continua da ieri
-La famosa domanda “Ma nishtanà” la si fa porre ai bambini. Se יום רביעי
non ce ne sono allora la moglie o uno dei commensali la pone.
E con la lettura di “avadim ainu” si inizia a rispondere e si inizia
praticamente l’aggadà - la narrazione.
-E’ molto appropriato che non si faccia nessuna interruzione
dall’inizio alla fine dell’aggadà. E’ bene essere rigorosi e non fumare
durante la lettura. (in ogni caso quest’anno la sera del seder cade
di Shabbat ed è vietato farlo a differenza del Yom Tov solamente)
-Il vino che viene versato nel bicchiere nel conteggio delle 10 piaghe
(vedi il testo) va gettato via ed il bicchiere dovrà essere sciacquato.
-Nel leggere “Pesach che mangiavano i nostri padri ecc” non si alzi
lo zampetto.
-Per compiere nel migliore dei modi la mizwà di mangiare la mazà
(ammozì,korech,afikomen) durante la prima e la seconda sera, si
prenda quella shmurà – preservata dal momento della mietitura
dal contatto con l’acqua (o a posteriori dalla macinazione) e fatta
a mano. Se non ci si riesce a procurare quella fatta a mano si
compri quella shmurà fatta a macchina (quadrata). In casi estremi
allora si potrà usare quella comune. Anche se la mazà shmurà è
particolarmente costosa, è sicuramente preferibile, in caso di
necessità, diminuire un po’ gli esborsi dei vestiti e del parrucchiere
in “onore della festa” e onorare i precetti per essa, ed Hashem
ripagherà i nostri sforzi.
-Prima di lavarsi le mani recitando la berachà di “al netilat yadaim”,
colui che conduce il seder dovrà spiegare ai commensali che reciterà
2 berachot con l’intenzione di farli uscire d’obbligo e loro dovranno
mettere l’intenzione d’uscire d’obbligo dalle benedizioni. Dovrà
avvisare inoltre di non parlare fino a quando non si avrà terminato
di mangiare il korech (vedi aggadà).
-Il padrone di casa afferra le 2 mazot intere (anche la sera del
seder c’è la mizwà di benedire su 2 pani interi come gli shabbatot
e i moadim) e quella in mezzo spezzata (“lechem oni” pane del
povero) e recita prima l’ammozzì, poi posa la terza sottostante e
dice “asher kiddeshanu....al achilat mazà”.
-Poi prende un piccolo pezzo dalla prima e dalla spezzata e le
mangia prima di distribuire un pezzo dalle due a tutti i commensali.
Continua domani...
Tratto da “Mamar Mordechai” di R.M.Eliau e vigono sia per gli ashkenaziti che per i sefarditi