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31 marzo 2015

               Momenti di Musàr

MartedìI messaggi dell’aggadà di Pesach
       I nostri Saggi Maestri ci hanno prescritto di recitare l’aggadà
       durante la sera del seder secondo un ordine ben preciso. Queste
       orazioni furono catalogate secondo una scaletta determinata, per
       far si che la persona non compiesse le mizwot con superficialità e
       per abitudine ma con profonda riflessione, e che arrivasse grazie
       a questa grande serata, ad un livello più alto di emunà in Hashem
       Itbarach. Vedremo qualche passo del seder e spiegheremo il
       relativo significato.
       Yachaz: Si divide la mazzà di mezzo, una parte si mette nel piatto
       e la seconda la si “nasconde”. Spiega il Chatam Sofer che la prima
       rappresenta la prima Gheulà - redenzione, quella dell’uscita
       dall’Egitto e la seconda a noi “celata”, simboleggia la prossima
       redenzione messianica.
       “Chol amarbe lesaper biziat Miszraim are zè meshubach” “Chi
       si dilunga nel raccontare dell’uscita dall’Egitto è lodevole”.
       Chiedono i Mefarshim: lodevole? Si sarebbe dovuto scrivere con
24 la forma futura, ossia “riceverà lodi”, o è già da adesso lodevole? Il
       compilatore dell’aggadà ci vuole insegnare che chi narra a lungo
       le vicende dell’uscita dall’Egitto è segno che è una persona pia. A
       cosa è simile questo? Ad una nave catturata dai pirati con a bordo
       un gruppo di ricchi mercanti che avevano con loro casse di merce
       e denaro, ed insieme a bordo, c’era anche un gruppo di poveri
       mendicanti, che si portavano dietro solo qualche pezzo di pane.
       Tutti i passeggeri erano in pericolo di vita, ma miracolosamente
       furono tratti in salvo da alcuni coraggiosi e la nave riuscì ad
       ormeggiare in un isola, mentre i pirati furono arrestati. È facile
       immaginare che la gioia dei ricchi mercanti, per tutti i loro beni
       salvati, fosse molto più intensa di quella dei poveri mendicanti
       che non avevano nulla da perdere. Lo stesso vale per la sera del
       seder: chi si dilunga a raccontare il miracoli, i prodigi fatti da
       Hashem Itbarach, dimostra di apprezzare la liberazione dalla
       mani del Faraone e di essere fiero di rappresentare il Popolo
       prescelto del Creatore. Questi è considerato quindi già ricco di
       valori ed esalta il fatto di essere divenuto in questo giorno “Un
       popolo di principi e una nazione consacrata” e quindi gode già
       della vicinanza di Hashem.
       (Scritto da Rav Yakov Exter)
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